Mercoledì 01 Ottobre 2025 | 14:22

Caos movida, a Bari i problemi non sono solo all'Umbertino

 
Luca Natile

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Luca Natile

Caos movida, a Bari i problemi non sono solo all'Umbertino

Segnalazioni e denunce da Poggiofranco, San Pasquale e Bari Vecchia

Mercoledì 01 Ottobre 2025, 11:38

La Bari by night non vive di solo Umbertino. Gli eccessi della città che tira fino a troppo tardi, non tolgono il sonno e logorano la pazienza dei soli residenti della zona glamour tra Madonnella e il Murattiano, tra corso Cavour, il lungomare Araldo di Crollalanza, via Cardassi e via Abbrescia.

La (mala)movida tracima, superando gli argini di quel quadrilatero in cui sono racchiusi i palazzi eclettici più prestigiosi della città e arriva in piazza Mercantile e piazza del Ferrarese, nella zona di San Pasquale, che ha visto emergere una nuova concentrazione di locali e pub, spesso individuata come possibile alternativa o evoluzione alla dolce vita sul lungomare,

Tanti, troppi sono i «focolai» che accendono ed esasperano le notti baresi. E se il Comitato salvaguardia zona Umbertina lo scorso fine settimana ha lanciato l’ennesimo, disperato sos, documentando e denunciando gli aspetti negativi e problematici di una animazione fino alle 3 di notte fatta di sporcizia, disordini e schiamazzi, i residenti di altri quartieri, gli inquilini di altri condomini tornano a denunciare una esagerata pressione antropica, lo sporco, il rumore e il degrado anche sotto i loro balconi.

Lamentele giungono da largo Giordano Bruno, mentre il quartiere Poggiofranco è noto per la sua movida moderna e il quartiere universitario intorno a via Roberto da Bari offre un'atmosfera più glamour e raffinata, ma spesso altrettanto rumorosa, con locali di qualità e cucina fusion.

Ci sono zone che vivono situazioni ad «alta tensione»: massive aggregazioni da consumo, rumore antropico ben oltre i limiti di legge (inquinamento acustico e conseguente danno alla salute dei residenti), vendita di alcolici all' esterno (asporto) dopo la mezzanotte.

L’elenco è lungo: Bari Vecchia, Torre Quetta, il waterfront di San Girolamo, Picone, San Pasquale. Situazioni particolarmente critiche vengono segnalate (citiamo in ordine sparso) in Piazza De Bellis, via Mazzitelli, via Omodeo, via Volta, viale Einaudi, largo Giannella, la piazzetta di Torre a Mare. Focolai che si accendono e si spengono a seconda del momento e della serata.

Sono lo sfondo di un’animazione fuori controllo che sta generando segnalazioni, denunce ed esposti di chi non sopporta la canea sotto casa. Nell’elenco anche piazza Risorgimento al quartiere Libertà dove i residenti hanno puntato il dito contro il chiosco lamentandone l’apertura non stop fin all’alba e la vendita di alcolici in bottiglie di vetro. La scorsa settimana è stata pubblicata l’ordinanza che dispone la sospensione dell’attività adibita alla vendita di alimenti e bevande del chiosco.

La pressione antropica su singole porzioni di territorio diventa promiscuità molesta, esagerata, in particolare durante il fine settimane e nei periodi di festa. Ci sono altri locali sparsi per il centro, meta di giovani e residenti, zone limitate, pezzi di marciapiede, spesso con i medesimi problemi di movida e disturbo alla quiete pubblica.

A interrompere il sonno dei giusti ci sono anche gli spettacoli pirotecnici abusivi. Batterie potentissime con scie di fuoco che per poco non entravano nella case della gente. Abusi che mettono a rischio la salubrità dell’aria, la salute dei residenti e quella degli animali domestici terrorizzati dai botti. Segnalazioni giungono alla sala operativa della Polizia locale con una frequenza preoccupante.

La notte è un ecosistema complesso capace di produrre ricadute importanti su turismo, occupazione e sviluppo urbano. Trovare un punto di incontro e di mediazione tra chi vuole vivere la notte, i residenti e gli esercenti è molto difficile. Bisognerebbe creare nuovi spazi di aggregazione in grado di accogliere l’effervescente, rumoroso, invadente e a volte sozzo e sporcaccione popolo della notte.

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