Due condanne e tre assoluzioni per l'omicidio e l’occultamento di cadavere di Biagio Genco, scomparso da Altamura (Bari) il 17 novembre 2006 e il cui corpo non è mai stato ritrovato. La gup Anna De Simone ha condannato a 30 anni di reclusione Giuseppe Antonio Colonna e a 14 anni Mario Dambrosio, reo confesso e nei cui confronti è stata riconosciuta l'attenuante della collaborazione.
Assolti «per non aver commesso il fatto» Michele D’Abramo, Nicola Cifarelli e Giovanni Sforza, assistiti dagli avvocati Raffaele Quarta, Giovanni Moramarco e Nicola Martino. Colonna e Dambrosio (il primo difeso dagli avvocati Giuseppe Giulitto e Cesare Placanica, il secondo da Giovanni Ladisi e Nicola Romano) sono stati condannati anche al pagamento di una provvisionale da 15mila euro nei confronti degli eredi di Genco costituiti parti civile. Le altre parti civili che dovranno essere risarcite sono il ministero della Giustizia e la Regione Puglia. La Dda di Bari aveva chiesto la condanna a 14 anni di reclusione per Dambrosio e a 30 anni per gli altri imputati. Colonna, D’Abramo, Sforza e Cifarelli furono arrestati a ottobre 2023. Secondo l’accusa, quel pomeriggio Genco fu condotto «con l'inganno» (scrivono gli inquirenti) in auto nelle campagne di Altamura da due persone - tra cui l’ex boss Bartolo Dambrosio, ucciso nel 2010 - e fu colpito a distanza ravvicinata da tre colpi di fucile esplosi da Colonna che agì «con il supporto logistico degli altri tre» complici «che poi provvedevano a spostare e a nascondere l’auto della vittima, il cui cadavere non è stato mai ritrovato». Genco, da quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe stato «intraneo» al clan Dambrosio ma sarebbe entrato «in contrasto» con il boss Bartolomeo Dambrosio, «sì da progettare e organizzare attentati alla sua vita».