«La sperimentazione proposta (o imposta?) alla Polizia Locale per l’utilizzo della pistola stordente elettrica è un tema di distrazione di massa. L’Amministrazione attuale, il Sindaco Leccese e l’Assessora Palone al ramo, non hanno responsabilità in questa scelta, sia chiaro, ma pensiamo che prendere le distanze possa aiutare a contrastare una logica governativa nazionale incline a usare la deterrenza armata per risolvere i problemi di ordine pubblico». Lo dichiara, in una nota, Gano Cataldo – segretario cittadino SI Bari - AVS – in merito alla proposta (al vaglio del Consiglio comunale dopo l’ok dei Municipi) della dotazione ai vigili urbani dell’arma a impulsi elettrici, che permette di immobilizzare soggetti ritenuti pericolosi.
«A nostro avviso, armare la Polizia Locale fino ai denti genera l’effetto opposto di aumentare l’insicurezza generale e per paradosso, anche quella individuale degli agenti, alimentando una versione municipale della corsa agli armamenti globale. [...] La sperimentazione del taser - si legge ancora nella nota - non serve a nulla se non alla pura propaganda. Servono servizi più estesi di prevenzione del disagio, maggiore tutela dei fragili e dei soggetti esposti a dipendenze, un’occupazione pacifica e civile delle piazze per sottrarle allo spaccio in città, centro e periferia. Non servono “modelli” alla Caivano che hanno indotto semplicemente il trasloco del problema spaccio verso altri luoghi periferici».
«Ché si disobbedisca! Bari ha disobbedito alle disposizioni e circolari di stato civile che inibiscono la registrazione alla nascita al nome di entrambi i genitori per i nuclei familiari “arcobaleno”. È doveroso disobbedire anche a questa discutibile sperimentazione».