Rischiano condanne tra i due anni e i 20 mesi di reclusione, oltre ad una pena pecuniaria e la privazione dei diritti politici, i 17 imputati nel processo sulla aggressione da parte di militanti di Casapound nei confronti di un gruppo di manifestazione antifascisti, commessa la sera del 21 settembre 2018 nel quartiere Libertà.
Tutti gli imputati rispondono di ricostituzione del disciolto partito fascista e sette di loro anche delle lesioni agli attivisti antifascisti (per questi ultimi la richiesta di condanna è di 2 anni di reclusione, per tutti gli altri di un anno e 8 mesi di reclusione). Nella requisitoria, il procuratore Roberto Rossi ha mostrato filmati storici sul fascismo e sullo squadrismo, poi i fotogrammi dell’aggressione barese, evidenziando le similitudini: “una aggressione violenta verso persone pacifiche”, cioè “l’uso della violenza come metodo di lotta politica tipici dello squadrismo e quindi del fascismo”. Il procuratore ha ribadito più volte che “Casapound è un partito fascista”. “Qui – ha concluso Rossi chiedendo la condanna dei 17 imputati - non viene colpito il pensiero, non si vogliono criminalizzare le idee. Quello che è inaccettabile è l’uso della violenza”, peraltro “pianificata contro avversari politici”.
Dopo la Procura, hanno discusso le parti civili, i difensori delle vittime dell’aggressione: l’ex europarlamentare Eleonora Forenza e il suo assistente Antonio Perillo (avvocato Cesare Antetomaso), Giacomo Petrelli di Alternativa Comunista (avv. Marco Milillo), Claudio Riccio di Sinistra Italiana (Paola Avitabile e Michele Laforgia), tutti costituiti parti civili con Anpi, Rifondazione comunista, Comune di Bari e Regione Puglia. Hanno quantificato le richieste di risarcimento dei danni subiti tra i 2mila e i 50mila euro.
Il processo è quello sulla presunta aggressione squadrista della sera del 21 settembre 2018 nei confronti di un gruppo di manifestanti antifascisti di ritorno da un corteo organizzato in occasione della visita nel capoluogo pugliese dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Quella sera, a pochi passi dalla sede del circolo Kraken in via Eritrea, nel quartiere Libertà (dove aveva sede CasaPound) un gruppo di militanti di estrema destra - contesta la Procura - avrebbe picchiato alcuni dei partecipanti alla manifestazione «Bari non si lega». Si tornerà in aula il 3 luglio per le prime arringhe difensive. La sentenza è attesa a fine ottobre.