BARI - Occupare abusivamente una casa popolare, come è noto, è reato. Ma questa volta a finire alla sbarra non è stata solo la 33enne che con i suoi bambini, uno di appena due anni, aveva «invaso» un alloggio assegnato ad un’altra persona senza averne titolo. Ci è finito anche il suo avvocato, accusato di resistenza a pubblico ufficiale per aver discusso animatamente con gli agenti di Polizia locale che la mattina del 29 settembre 2020 erano andati in via Caduti dei Partigiani, nel quartiere Japigia, per sgomberare l’appartamento.
A distanza di quasi cinque anni, il processo si è concluso in primo grado: condanna per la donna (8 mesi di reclusione e 200 euro di multa), assoluzione per l’avvocato «perché il fatto non sussiste». Le motivazioni si conosceranno tra sessanta giorni, ma gli atti del dibattimento lasciano intuire cosa potrebbe aver indotto il Tribunale ad emettere il verdetto.
IL BLITZ DEI VIGILI - La mattina del 29 settembre 2020 una pattuglia composta da due vigili bussò alla casa - di proprietà di Arca Puglia - abitata dalla 33enne e dai suoi due figli piccoli, contestando l’occupazione abusiva dell’immobile. La donna contattò il suo avvocato chiedendogli di intervenire perché alcuni vigili urbani le stavano intimando di lasciare l’abitazione...