BARI - L’operazione con cui la Bcc di Conversano ha finanziato una società riconducibile alla famiglia Fusillo non sarebbe solo contraria alle regole bancarie ma avrebbe anche contribuito al crac della Maiora, fallita nel settembre 2019 dando il via alla valanga che ha poi travolto la Banca Popolare di Bari. Sui 2,9 milioni che la Bcc ha concesso alla Soiget si gioca il processo in cui sei persone sono accusate a vario titolo di concorso in bancarotta fraudolenta e usura bancaria. E nell’udienza preliminare davanti al gup Gabriella Pede la Procura ha depositato una nuova consulenza tecnica che contraddice sul punto le conclusioni della difesa della Bcc.
Oltre a Fusillo (difeso dal prof. Vito Mormando e dall’avvocato Francesco Marzullo) sono imputati anche Donato Venerito, 75 anni, all’epoca direttore generale e oggi presidente della Bcc di Conversano, il figlio Alessandro Venerito, 44 anni, l’imprenditore agricolo Michele D’Attoma, 63 anni (consigliere della Bcc), il figlio Orlando D’Attoma, 27 anni (difeso insieme al padre dagli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta), e l’ingegnere Orazio Nicola Trisolini, 61 anni. L’accusa del pm Lanfranco Marazia ritiene in sostanza che ...
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