BARI - La truffa dei Rolex taroccati che ha portato a processo a Brindisi il gioielliere dei vip pugliesi, Giuseppe Pannofino, ha una coda anche a Bari. I due pregiudicati tarantini ritenuti fornitori del 65enne Pannofino, titolare della gioielleria «Lo Scrigno» di Ostuni, sono infatti accusati di aver rifilato bidoni anche a uno dei più noti commercianti di orologi del capoluogo.
Il fascicolo della pm Angela Maria Morea è infatti uno stralcio di quello in base a cui nell’aprile 2018 finirono ai domiciliari sei persone con l’accusa di riciclaggio e autoriciclaggio, per avere - tra l’altro - venduto a ignari clienti orologi assemblati con pezzi solo in parte originali. L’accusa barese riguarda però soltanto il pregiudicato Egidio Stevens Saracino, 43 anni, di Taranto, che nel filone principale è stato condannato a sei anni in abbreviato in quanto ritenuto l’organizzatore del «giro», e l’altro tarantino Maurizio Uzzi, 61 anni, che a Brindisi aveva patteggiato tre anni e sei mesi e 5mila euro di multa in quanto considerato il braccio destro del primo.
Uzzi e Saracino sono accusati di truffa aggravata ai danni del commerciante barese Francesco Maria De Martino (assistito dall’avvocato Cristian Di Giusto di Bari), cui avrebbero rifilato due «patacche» per 9.800 euro. Saracino - secondo le risultanze dell’indagine della Finanza - si sarebbe presentato da De Martino il 10 aprile 2017 fingendo di essere un cliente di una notissima gioielleria di Taranto di cui aveva esibito alcuni scontrini, e spiegando di aver bisogno di vendere i due Rolex per affrontare le spese derivanti dalla separazione dalla moglie. I due orologi, probabilmente non gli stessi che erano stati proposti nel primo incontro, sarebbero poi stati consegnati materialmente da Uzzi otto giorni dopo. De Martino ha scoperto la truffa soltanto un anno dopo, a seguito degli arresti di Brindisi, e ha immediatamente denunciato.
Il giudice del Tribunale di Bari, Alessandro Emanuele Leoci, ha ratificato il patteggiamento di Uzzi a un anno di reclusione e 1.400 euro di multa, in continuazione con la precedente condanna ormai irrevocabile a Brindisi, che dunque arriva a quattro anni e sei mesi, con il pagamento delle spese legali. La posizione di Saracino invece è stata stralciata con rinvio a giudizio davanti al Tribunale di Bari (giudice Santoro) e prossima udienza l’11 luglio.