Sabato 06 Settembre 2025 | 12:50

Crac a Bari, nuovi guai per Olivieri: nella veste di curatore avrebbe causato danni alla procedura Aram per 1,2 milioni

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Crac a Bari, nuovi guai per Olivieri: nella veste di curatore avrebbe causato danni alla procedura Aram per 1,2 milioni

Sull’avvocato Olivieri, dunque, si abbatte una nuova tegola giudiziaria, questa volta in sede civile. Il Tribunale di Bari sezione Imprese dovrà valutare se la domanda è fondata

Domenica 19 Gennaio 2025, 07:00

BARI - Otto giorni dopo l’arresto nell’ambito dell’inchiesta “Codice Interno”, la sezione Fallimentare del Tribunale civile di Bari revoca all’avvocato Giacomo Olivieri l’incarico di curatore fallimentare della Aram srl, azienda edile del Gruppo Intini di Noci. Subito dopo il clamoroso ciclone giudiziario sul presunto scambio elettorale politico mafioso sfociato nel blitz del 26 febbraio 2024, il giudice delegato alla procedura vuole vederci chiaro su come Olivieri ha svolto il suo mandato professionale. E per farlo nomina un nuovo curatore che spulcia carte e faldoni del fallimento custoditi nello “studio ombra” di Olivieri, un locale al piano terra nel cuore del Murattiano, scoperto dagli investigatori solo quella mattina di quasi un anno fa, durante le perquisizioni. Spuntano presunte irregolarità tali da avere indotto il nuovo curatore, autorizzato dal Tribunale, a esercitare l'azione di responsabilità nei confronti di Olivieri. I danni lamentati ammontano a circa 1,2 milioni di euro.

Sull’avvocato Olivieri, dunque, si abbatte una nuova tegola giudiziaria, questa volta in sede civile. Il Tribunale di Bari sezione Imprese dovrà valutare se la domanda è fondata. Ad avviare la causa (con l'assistenza legale dell'avvocato Vittorio Tarsia) l’avvocato Pasqualino Catena, il professionista nominato dal Tribunale curatore al posto di Olivieri. Cosa è emerso da quei faldoni? Anzitutto si sarebbe persa traccia di beni mobili (prevalentemente attrezzature edili) inventariati e stimati per un valore di oltre 350mila euro. Nel mirino è finito anche il ritardo nella liquidazione del patrimonio immobiliare di Aram, attività iniziata solo nel gennaio 2017, ovvero molti anni dopo la dichiarazione di fallimento. Inoltre, sarebbe stata violata la par condicio tra creditori nel momento in cui Olivieri avrebbe utilizzato l’attivo (poco più di 700mila euro), per pagare creditori (alcuni professionisti in particolare) che invece avrebbero dovuto aspettare rispetto a chi vantava un privilegio. Per non parlare dei danni che Olivieri avrebbe causato alla procedura non esercitando alcune azioni revocatorie...

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