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Bari, inaugurato il Forum delle giornaliste del Mediterraneo. Ecco il documento di posizionamento

Bari, inaugurato il Forum delle giornaliste del Mediterraneo. Ecco il documento di posizionamento

 
Redazione online

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Bari, inaugurato il Forum delle giornaliste del Mediterraneo

Nona edizione sul tema «nutrire la vita»

Lunedì 25 Novembre 2024, 19:08

30 Novembre 2024, 17:03

BARI -  «Nutrire la vita», è il tema del nono forum delle Giornaliste del Mediterraneo, cominciato oggi all’università di Bari e che si concluderà a Lecce dopodomani. L'apertura è coincisa con la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Presenti, fra gli altri, il rettore di Uniba Stefano Bronzini, la presidente del Consiglio regionale pugliese Loredana Capone e Loredana Perla, direttrice del dipartimento di Scienze della formazione di Uniba. «Quello della violenza sulle donne è un tema centrale - ha detto Bronzini - un tema che si diffonde nella cultura e nell’educazione». Capone ha evidenziato che «la situazione delle donne giornaliste peggiora sempre di più perché la precarietà aumenta e per una freelance è difficile veder tutelati i propri diritti, come quello alla maternità». «Come istituzioni - ha spiegato - abbiamo il compito di favorire la stampa e, all’interno dei media, il rispetto dei diritti di ciascuno».

«Noi come università abbiamo fatto molto, sia con il dottorato nazionale sulle questioni di genere sia con attività fra informazione ed educazione. Si tratta di un problema culturale che deve essere diffuso». Lo ha detto a Bari il reattore dell’Università Aldo Moro, Stefano Bronzini, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne a margine del forum delle Giornaliste del Mediterraneo.

«Oggi - ha aggiunto - donna non è più uno slogan, ma un dovere». Bronzini ha aggiunto che «credo che sia necessario promuoverlo, una cosa che noi abbiamo fatto facilitando la diffusione delle donne nelle lauree Stem, perché abbiamo visto che in questi settori il numero di donne è minore rispetto alle possibilità che il mercato offre». «Credo - ha detto - che in questo momento gli uomini abbiano una demenza senile a favore invece di una grande vivacità culturale, che è donna. La speranza è che nel prossimo futuro alla parola donna si possano aggiungere la parola occupazione, benessere, qualità della vita e rispetto per la persona».

Da sinistra: Necibe Qeredaxi – attivista Jineoloji Academy, Iraqui Kurdistanê (Kurdistan irakeno); Marilù Mastrogiovanni, fondatrice del Forum; Gulistan Ike – giornalista, Newaya Jin, Bakurê Kurdistanê (Kurdistan turco)

IL DOCUMENTO DI POSIZIONAMENTO AL TERMINE DEL FORUM

Il giornalismo delle donne nutre la vita: chiediamo più spazio per  nuovi modelli editoriali antipatriarcali

/ Mastrogiovanni, fondatrice del Forum delle giornaliste del Mediterraneo: “Il giornalismo etico, quello che vuole curare le parole e con le parole deve essere tutelato come una forma di riproduzione sociale, di cui ancora una volta si fanno carico le donne giornaliste”

 

Tutelare la libertà d’informazione significa difendere ogni aspetto della vita democratica, dei diritti civili, dei diritti umani, della giustizia ambientale ed ecologica. Dal livello di libertà di stampa si misura la tenuta dello Stato di diritto. In Italia l’instabilità crescente del sistema editoriale e la trasformazione dei e delle giovani giornaliste/i in lavoratrici povere non riesce a garantire il turn over in una categoria che assottiglia sempre più le sue fila.

A livello europeo crescono i “deserti dell’informazione”, i news desert, aree in cui non ci sono giornali a fare da guardia alla democrazia: a farne le spese sono come sempre le minoranze, e tra queste le donne, target preferito degli haters.

Spetta alla stampa creare un’opinione pubblica consapevole e scardinare la cultura dello stupro che si nutre anche di stereotipi e discriminazioni veicolate attraverso un linguaggio sbagliato proprio dalla stampa, quando non ottempera agli obblighi deontologici. Ma come può la stampa attivare un circolo virtuoso se la figura del giornalista si indebolisce sempre più? Le molestie sessuali secondo diverse ricerche sono maggiori nel mondo del giornalismo rispetto ad altri ambienti e contribuiscono a mantenere le giornaliste in una posizione di subalternità. A queste si aggiungono discriminazioni, gender pay gap e tetto di cristallo, che ne compromettono la carriera: giornali quotidiani fatti in gran parte dalle donne al desk, ma pensati e diretti da uomini. La mentalità patriarcale si riflette inevitabilmente sul modo di trattare le notizie che riguardano le donne. Eppure si fanno carico, anche nelle redazioni, di “liberare la verità e nutrire la vita”: sono soprattutto le donne a porre il problema del linguaggio di genere, dell’utilizzo di parole “buone”, cioè quelle che non moltiplicano disparità ma rispettano la dignità dei soggetti narrati, così come sono soprattutto le donne giornaliste a cercare e attuare nuovi modelli editoriali cooperativi, e nuove modalità di leadership, circolari e non verticistiche, autorevoli e non dirigiste.

In questa 9a edizione abbiamo voluto andare a scavare nel punto esatto dell’intersezione tra libertà di stampa (dovere e diritto), libertà delle donne e la loro autodeterminazione, e l’azione di riproduzione sociale portata avanti da tutte le donne, anche dalle giornaliste che, all’interno delle redazioni propongono e chiedono una maggiore attenzione al linguaggio, alla corretta rappresentazione di genere, della disabilità, delle etnie e di ogni minoranza, attenzione ad evitare il doppio standard per cui ci sono morti e violenze di serie A e di serie B, tipico della narrazione mainstream occidentale; sono tutti topic di cui si fanno carico le donne, nelle redazioni.

Quello che oggi proponiamo, in questa 9a edizione del Forum delle giornaliste del Mediterraneo, è di guardare al giornalismo etico, quello che vuole curare le parole e con le parole, come una forma di riproduzione sociale, di cui ancora una volta si fanno carico le donne giornaliste.

Infatti, come ci insegna la Jineoloji, la “Scienza delle donne” che è alla base della rivoluzione delle donne in Kurdistan, la categoria della riproduzione sociale, è molto più estesa di quanto si pensi, perché coinvolge anche la riproduzione dell’ecosistema, delle altre creature viventi, dell’intera società così come la conosciamo, ovvero di noi in relazione con gli altri e la natura.

Di questo tessuto connettivo che consente alle società di produrre e riprodursi (esistere), fa parte la stampa libera e indipendente, per questo, liberare la verità significa nutrire la vita.

In tal senso, Il Forum delle giornaliste del Mediterraneo chiede che ora e subito, a tutti i livelli, nazionali e internazionali, le Istituzioni mettano in atto forme di incentivo e sostegno alla creazione di sistemi editoriali innovativi, creativi e basati su modelli antipatriarcali, che favoriscano l’autodeterminazione di categorie minoritarie, soprattutto dei giovani e delle donne.

Perché se la stampa non riesce ad essere libera pienamente, se non riesce a liberare la verità, non riuscirà neanche a “nutrire la vita”; non riuscirà a farsi promotrice cioè di “valori”  e parole “buone” finalizzate a rinsaldare il patto sociale tra i cittadini e le istituzioni che li rappresentano; non riuscirà a far emergere attraverso i dati “buoni” i fenomeni discriminatori, altrimenti invisibilizzati; non riuscirà a svolgere la sua funzione pedagogica di educazione al pensiero critico, perché nell’educazione al pensiero critico si pongono le basi per il controllo del potere, controllo senza il quale la vera democrazia rischia di perire.

SCHEDA

Il comitato scientifico

Il Forum nasce nel 2016 da un’idea di Marilù Mastrogiovanni, che ne cura la direzione. Il comitato scientifico del Forum è composto da Marilù Mastrogiovanni, giornalista investigativa; Loredana Perla, direttrice Dipartimento For.Psi.Com dell'Università di Bari; Luigi Cazzato, coordinatore Master in Giornalismo dell'ateneo barese; Lorena Carbonara e Laura Corradi dell'Università della Calabria; Armida Salvati, Rosa Gallelli, Ylenia De Luca, Filippo Silvestri, Antonella D’Autilia e Claudia Attimonelli dell'Università di Bari.

Organizzazione e partnership

Il Forum è organizzato da: Università degli Studi di Bari, Associazione nazionale “Giulia giornaliste”, Associazione “Giornaliste del Mediterraneo”, cooperativa di giornaliste e giornalisti Idea Dinamica; con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti della Puglia, FNSI e Assostampa, Master in Giornalismo di Uniba, Ossigeno per l’Informazione, CREIS-Centro di ricerca europeo per l’innovazione sostenibile, Noi rete donne, Balab, Centro di ricerca “S-murare mediterraneo”. Archivio di genere, Associazione “Fermenti lattici”-progetto “Io vivo qui”.

La nona edizione del FMWJ è anche vincitrice del Bando “Futura” del Consiglio regionale della Puglia.

//Women's journalism nourishes life: we call for more space for new anti-patriarchal editorial models by young people and women

/ Mastrogiovanni, founder of the Forum of Mediterranean Women Journalists: ‘Ethical journalism, the kind that wants to care for words and with words, must be protected as a form of social reproduction, for which women journalists once again take responsibility’

Protecting freedom of information means defending every aspect of democratic life, civil rights, human rights, environmental and ecological justice. By the level of press freedom is measured the resilience of the rule of law. In Italy, the growing instability of the publishing system and the transformation of young female journalists into poor workers cannot guarantee turnover in a category that is increasingly thinning its ranks.  On a European level, the ‘information deserts’ are growing, the news deserts, areas where there are no newspapers to guard democracy: at the expense, as always, are minorities, and among them women, the favourite target of haters. It is up to the press to create an aware public opinion and to disrupt the culture of rape that also feeds on stereotypes and discrimination conveyed through bad language by the press, when it does not fulfil its deontological obligations. But how can the press activate a virtuous circle if the figure of the journalist is increasingly weakened?

Sexual harassment according to various researches is greater in the world of journalism than in other environments and contributes to keeping female journalists in a subaltern position. In addition to this, discrimination, gender pay gaps and crystal ceilings undermine their careers: daily newspapers made largely by women at the desk, but designed and edited by men. The patriarchal mentality is inevitably reflected in the way news concerning women is handled.

Yet they take it upon themselves, even in the editorial offices, to ‘liberate truth and nourish life’: it is above all women who pose the problem of gender language, of the use of ‘good’ words, i.e. those that do not multiply inequalities but respect the dignity of the subjects narrated, just as it is above all women journalists who seek and implement new cooperative editorial models, and new modes of leadership, circular and not verticist, authoritative and not dirigiste. In this ninth edition, we wanted to dig into the exact point of intersection between freedom of the press (duty and right), women's freedom and their self-determination, and the action of social reproduction carried out by all women, including by women journalists who, within the editorial offices, propose and demand greater attention to language, to the correct representation of gender, disability, ethnic groups and every minority, attention to avoid the double standard whereby there are deaths and violence of series A and series B, typical of the western mainstream narrative; these are all topics that women, in the newsrooms, take on. What we are proposing today, in this 9th edition of the Forum of Mediterranean Women Journalists, is to look at ethical journalism, that which wants to care for words and with words, as a form of social reproduction, which women journalists once again take charge of.  In fact, as Jineoloji teaches us, i.e. ‘Women's Science’ that is the basis of the women's revolution in Kurdistan, the category of social reproduction, is much broader than we think, because it also involves the reproduction of the ecosystem, of other living creatures, of the entire society as we know it, that is, of us in relation to others and nature. Of this connective tissue that allows societies to produce and reproduce (exist), the free and independent press is part of it, which is why freeing the truth means nourishing life. In this sense, the Forum of Women Journalists of the Mediterranean demands that now and immediately, at all levels, national and international, the institutions implement forms of incentive and support for the creation of innovative, creative publishing systems based on anti-patriarchal models, which favour the self-determination of minority groups, especially young people and women. 

Because if the press fails to be fully free, if it fails to liberate the truth, it will also fail to ‘nourish life’; that is, it will fail to be a promoter of ‘values’ and ‘good’ ‘words’ aimed at strengthening the social pact between citizens and the institutions that represent them; it will fail to bring out through ‘good’ data the discriminatory phenomena, otherwise invisible

will fail to fulfil its pedagogical function of educating people to critical thinking,

because in education to critical thinking the foundations are laid for the control of power, control without which true democracy risks perishing

BOX The Scientific Committee  The Forum is the brainchild of Marilù Mastrogiovanni, who is its director. The Forum's scientific committee is made up of Marilù Mastrogiovanni, investigative journalist; Loredana Perla, director of the For.Psi.Com Department of the University of Bari; Luigi Cazzato, coordinator of the Master's Degree Course in Journalism at the University of Bari; Lorena Carbonara and Laura Corradi of the University of Calabria; Armida Salvati, Rosa Gallelli, Ylenia De Luca, Filippo Silvestri, Antonella D'Autilia and Claudia Attimonelli of the University of Bari. Organisation and Partnership The Forum is organised by: University of Bari, National Association ‘Giulia giornaliste’, Association ‘Giornaliste del Mediterraneo’, journalists' cooperative Idea Dinamica; under the patronage of the Order of Journalists of Apulia, FNSI and Assostampa, Master’s degree in Journalism of Uniba, Ossigeno per l'Informazione, CREIS-European Research Centre for Sustainable Innovation, Noi rete donne, Balab, Research Centre “S-murare mediterraneo”. Gender Archives, Association ‘Fermenti lattici’-project ‘Io vivo qui’. The ninth FMWJ is also a winner of the ‘Futura’ call for proposals of the Regional Council of Apulia.

 

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