BARI - I pagamenti sono ora assicurati. Ma quanta fatica, dopo un dibattito estenuante che per oltre due ore sposta l’attenzione sul vero problema amministrativo: il reale funzionamento del decentramento. Il Consiglio comunale di Bari sblocca gli emolumenti per i presidenti e i consiglieri municipali adeguandosi al nuovo decreto interministeriale (Viminale e Mef) che dallo scorso agosto sollecita i Comuni con oltre 300mila abitanti a definire, entro determinate fasce e con una spesa sostenibile, le indennità spettanti ai rappresentanti del decentramento.
E Bari sceglie di confermare al massimo le attuali indennità, quelle già in vigore dallo scorso primo gennaio per pregressi aumenti previsti dal legislatore: per i presidenti municipali 5.382 euro lordi, quindi non superiore rispetto al 60 per cento di quanto percepisce un assessore comunale, mentre ai consiglieri municipali spetterà il cumulo dei gettoni (ciascuno da 36,49 euro, la metà di quello previsto per i comunali) che non potrà superare un quarto rispetto all’indennità del presidente. Quindi percepiranno un massimo mensile di 1.345,50 euro lordi ottenuto dalla somma dei gettoni di presenza per le partecipazioni alle sedute di commissioni e di Consiglio municipale.
L’Aula, seppur da posizioni diverse, vota quasi compattamente, con il solo gruppo di Forza Italia che sceglie l’astensione. «È una delibera pastrocchio. Non si capisce chi la porta, contiene delle informazioni errate e non poteva essere iscritta a questa seduta» l’affondo dell’azzurro Giuseppe Carrieri. Votano invece a favore le altre forze di centrodestra, Romito Sindaco e Fratelli d’Italia, «ma solo per senso di responsabilità e auspicando un vero decentramento». Stesso auspicio da parte di Pd, M5S e Decaro per Bari e sul quale il sindaco Vito Leccese annuncia l’intenzione di rivedere il regolamento sul decentramento che «a distanza di dieci anni non ha sortito gli effetti sperati». «I Municipi - avverte - non devono essere solo presidi di rappresentanza istituzionale». E all’approvazione della delibera arriva il ringraziamento delle cinque presidenti di Municipio, Annamaria Ferretti, Alessandra Lopez, Luisa Verdoscia, Maria Chiara Addabbo e Maristella Morisco che annunciano «patti di partecipazione con le nostre comunità di riferimento per contrastare ogni tipo di disuguaglianza e marginalità».
Messa da parte questa delibera, l’Aula è poi passata alle interrogazioni del question time. A tenere banco la recente ordinanza sulla movida dell’Umbertino. Interrogato da Victor Laforgia (Laforgia Sindaco), Carlo Patruno (Romito Sindaco) e Pino Neviera (Udc), Leccese annuncia possibili correttivi al testo e nuovi tavoli di confronto una volta valutati i primi risultati. «Concentrare 72 locali in un fazzoletto di isolati rende poi difficile governare la movida - spiega il sindaco -. Non vogliamo punire i gestori ma solo affrontare un problema che esiste».
















