Sabato 06 Settembre 2025 | 22:31

Molfetta, Michele Lavopa resta in carcere. Il gip: «Omicidio mafioso». Il 21enne: «Ho reagito agli insulti, sono pentito»

 
Redazione online

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Omicidio di Molfetta, parla l'educatore: «Vi racconto chi sono la vittima e il carnefice»

Convalidato il fermo del presunto killer di Antonella Lopez, morta per un colpo che le ha reciso l'aorta. Il 21enne ha confermato la versione fornita domenica sera: avrebbe agito dopo una provocazione da parte di Eugenio Palermiti, che si trovava insieme alla vittima

Mercoledì 25 Settembre 2024, 14:28

20:41

BARI - Il gip Francesco Vittorio Rinaldi ha convalidato il fermo di Michele Lavopa, il 21enne accusato dell’omicidio della 19enne Antonia Lopez e del tentato omicidio di quattro ragazzi, tra cui Eugenio Palermiti, nipote omonimo del capoclan del quartiere Japigia. Il giudice ha anche riconosciuto l’aggravante mafiosa contestata dalla Dda di Bari.

L'omicidio è avvenuto all’interno della discoteca Bahia di Molfetta la notte tra sabato e domenica 22 settembre: Lavopa, che aveva una pistola calibro 7,65, avrebbe sparato sette colpi colpendo mortalmente la 19enne e ferendo in modo lieve quattro suoi amici. Il 21enne è stato fermato nel pomeriggio di domenica e nella tarda serata ha confermato la ricostruzione dei fatti: il suo vero bersaglio sarebbe stato Eugenio Palermiti, con cui in passato aveva avuto dei dissapori. La 19enne, che si era recata in discoteca insieme a Palermiti, sarebbe quindi stata uccisa per errore.

Ieri si è svolta anche l’autopsia sul corpo della 19enne, affidata alla dottoressa Sara Sablone dell’istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari.

Nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, Lavopa (assistito dall'avvocato Nicola Martino) ha confermato quanto raccontato già nella notte di domenica durante l'interrogatorio da parte del pubblico ministero cui è seguito il fermo. In circa due ore Lavopa ha raccontato di essere "pentito" per quanto fatto e "dispiaciuto" per la morte della ragazza. Insieme a lui sono indagate altre tre persone (tra cui un 17enne) per favoreggiamento: avrebbero aiutato il killer a scappare e poi a nascondere la pistola, ritrovata lunedì a Bitonto nelle mani del minorenne.

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