«Sono due simboli che insieme stanno benissimo. Uno rappresenta la democrazia, la libertà e i diritti, l'altro l'energia pulita».
«Il luogo è lo stesso che varco da vent’anni. Le responsabilità sono molte di più. Ma sono pronto».
«Sono sempre stato un passo indietro, anzi, di fianco. E non avevo mai pensato davvero di fare il sindaco. Poi la situazione nel centrosinistra e nel Pd si è fatta ingarbugliata, si rischiava un pericoloso tutti contro tutti. E mi hanno chiesto di candidarmi per ricucire, per ricomporre. Ecco, in quel momento mi sono detto, “è arrivato il mio turno”. Perché la mediazione e la temperanza sono qualità che mi hanno sempre riconosciuto, persino quando facevo le occupazioni del Socrate o andavo a manifestare ad Avetrana contro il progetto della centrale nucleare».
«È stata una campagna elettorale a dir poco “movimentata” e non nego che con il clima pesante di marzo più di qualcuno si era fatto prendere dal pessimismo. In quel momento però bastava fare un giro per le strade della città per accorgersi di quanto la propaganda del centrodestra, con quei manifesti con scritto Mafia a caratteri cubitali, fosse lontana dal sentire dei comuni cittadini. Parlare con loro, sentire la loro fiducia, il loro incoraggiamento costante, ci ha fatto capire meglio di ogni sondaggio come sarebbe andata a finire».
«Una sensibilità che Pasquale ha coltivato nel tempo, prima da collaboratore di Marilena Bonomo, poi in Australia e infine dirigendo il Miart di Milano, una delle fiere d’arte più importanti del mondo. Avrei voluto dedicargli questa vittoria perché lui era un visionario, fui lui sulle pagine del Corriere della Sera agli inizi degli anni ottanta a parlare della Puglia come la California d'Europa».
«Sono vent’anni che insieme a Proforma il centrosinistra vince alla Regione Puglia e al Comune di Bari. Nove vittorie su nove. Sono i nostri talismani elettorali. Aspettare i risultati nella loro sede è una tradizione, un po’ come quando si va a guardare la partita della Nazionale a casa di amici».
«È qualcosa che va oltre l’amicizia. È una storia plurale che è cominciata vent’anni fa, quando a Bari se dicevi di voler pedonalizzare le strade, bonificare l'amianto, riaprire i teatri, sgomberare gli orizzonti ti prendevano per pazzo. Se siamo arrivati fin qui si vede che poi non eravamo così pazzi».
«Come ho detto, mi sono candidato per ricucire, e questa ricucitura ha fatto bene al Pd e al centrosinistra. E con qualche presunzione direi che ha fatto bene alla città. Era e rimane questo l’obiettivo di tutti».
«Si misurerà su un programma basato su valori e idee condivise. Vogliamo essere d’esempio non solo da un punto di vista elettorale ma da quello sostanziale. Un centrosinistra che governa unito non per spartirsi potere ma per migliorare la vita dei cittadini».
«Fabio è un ragazzo perbene e in verità non ci sono state poi troppe tensioni. Alcune, direi fisiologiche, solo alla fine della campagna elettorale. Ma nulla di grave, è normale quando si tratta di recuperare molto svantaggio. Gli consiglierei Oro Forca Fiamme, il nuovo libro dello scrittore Marcello Introna. È ambientato nella Bari di metà Seicento, infestata dalla peste. Purché non dica che anche quella era colpa di Decaro».
«La dialettica tra maggioranza e opposizioni è il motore di ogni democrazia sana. E i temi della sostenibilità, che noi Verdi portavamo avanti già quarant’anni fa, sono oggi ineludibili per tutti, a prescindere dall’appartenenza politica. L’importante è che nessuno si faccia influenzare dal negazionismo climatico di certi leader nazionali. Qui non è più in gioco l’elezione di un sindaco: è in gioco il futuro, anzi il presente del nostro pianeta».
















