BARI - L’inchiesta che ha portato all’arresto dei fratelli Pisicchio è partita dalle testimonianze della dirigente regionale Barbara Valenzano, che al Noe dei carabinieri ha raccontato delle irregolarità rilevate nelle decisioni di un funzionario del Servizio attività estrattive.
Il funzionario avrebbe indirizzato gli imprenditori, interessati a ottenere una autorizzazione, da un falso broker Cosimo Napoletano, con la collaborazione della titolare di una agenzia assicurativa di Castellana, Grazia Palmitessa: i due dividevano i proventi derivanti dall’incasso per le polizze false.
Le indagini della Finanza hanno fatto emergere che le polizze false predisposte da Napoletano sarebbero state usate per i contributi erogati dalla Regione a una ditta, la Nir Srl, con la collaborazione di Enzo Pisicchio: l’uomo, insieme a Napoletano e Punzo, avrebbe chiesto “vantaggi economici” a Diego De Fecondo, imprenditore veneto, interessato a incassare 3 milioni di euro (su un contributo regionale di 6,2 milioni) per la sua Nir, in procinto di realizzare investimenti in Puglia.