BARI - Da venerdì l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri si trova nel carcere di massima sicurezza di Lanciano. Uno spostamento indipendente dalle decisioni della Dda di Bari, che ha chiesto e ottenuto il suo arresto il 26 febbraio nell’ambito dell’inchiesta Codice interno sul voto di scambio politico-mafioso. Il trasferimento è stato infatti disposto dal Dap sulla base dei regolamenti carcerari: in base al reato che gli viene contestato, l’avvocato barese deve trascorrere la custodia cautelare nel circuito della cosiddetta alta sicurezza. Esattamente come gli altri indagati per fatti di mafia.
Nelle 48 ore precedenti all’arresto Olivieri aveva come sempre continuato a farsi vedere nel giro vip barese, sorvegliato in maniera discreta dai poliziotti. Pranzo e cena in due circoli della città, poi nel pomeriggio di domenica 25 l’avvocato era in tribuna allo stadio di Lecce per la partita contro l’Inter. Il giorno successivo, quando la Squadra mobile si è presentata a casa sua alle 3,30 del mattina, l’ex esponente del centrodestra barese è stato portato nel carcere di Brindisi dove è rimasto per tre settimane in una stanza dell’infermeria. La scorsa settimana è arrivato l’ordine di trasferimento nel penitenziario di massima sicurezza abruzzese. Olivieri è stato rinchiuso in una cella doppia della sezione As3 (alta sicurezza 3: reati mafiosi e traffico di stupefacenti) insieme ad un detenuto calabrese che sta scontando un definitivo per mafia a 22 anni. Al suo avvocato, Gaetano Castellaneta, il 62enne barese è apparso in buona forma fisica ma estremamente provato: non si aspettava, evidentemente, di finire in un circuito penitenziario che è solo un gradino più sotto rispetto al cosiddetto 41bis....