BARI - In pochi giorni Vito Leccese ha dismesso definitivamente gli abiti di «burocrate» e ha indossato con determinazione quelli di candidato sindaco del Pd. Il capo di gabinetto del sindaco Antonio Decaro già ieri mattina ha messo in chiaro, intervenendo al talk mattutino di TeleBari, di essere in campo «per unire».
La coalizione, però, al momento resta divisa e le varie forze politiche hanno espresso negli ultimi giorni posizioni dissonanti. Per non allargare il solco tra l’area dem e la sinistra vendoliana (a cui guarda anche il M5S), Leccese si è confrontato nel suo studio legale con Michele Laforgia: «È stato un incontro che ha favorito il dialogo. Se il Pd e altre formazioni come Verdi, Progetto Bari e Socialdemocratici hanno deciso di investire sulla mia candidatura - ha chiarito l’ex parlamentare dei verdi - lo hanno fatto per la mia propensione all’apertura e per la mia esperienza di governo nella città».
Sui possibili ostacoli verso una nomination piena da parte della coalizione, però, non si sbilancia ma formula una chiara apertura per i gazebo: «Mi metterò al servizio delle forze politiche. Se faranno sintesi sul nome, in base alle valutazioni preponderanti è bene, altrimenti si dovranno individuare altre forme, tipo le primarie, per preservare l’unità della coalizione». Poi una bordata ai grillini che chiedono una cesura con la stagione della giunta Decaro: «Chi chiede discontinuità - attacca - non ha il polso della situazione. La cittadinanza, interpellata attraverso più sondaggi in queste giornate, si è espressa mostrando grande approvazione per l’amministrazione in carica». Insomma le istanze dei pentastellati, per Leccese, sono fuori dalla realtà barese.
Le variabili verso il voto, però, sono tante e tra queste c’è anche l’ipotesi (remota) di introduzione del via libera per il terzo mandato dei sindaci delle grandi città. Questa eventualità non spiazza Leccese: «Se dovesse passare, come ha sempre detto Decaro, il sindaco vorrà continuare la sua esperienza per questo grande rapporto con la città. E a quel punto farei un passo indietro».
Intanto domani Leccese terrò la prima assemblea pubblica, alle 18 nella Portineria di via Cairoli, spiegando le ragioni per cui si candida alla guida della città. Tra gli organizzatori c’è Riccardo Montingelli di Progetto Bari che spiega: «Secondo alcune indiscrezioni Laforgia continua ad opporsi alle primarie. Altri ipotizzano una consultazione su un numero predefinito di grandi elettori. A noi sembra una soluzione non praticabile perché non terrebbe conto della vastità dell’elettorato. Se ascoltiamo solo gli accademici, cosa penseranno i cittadini comuni, come il macellaio progressista che ci sostiene da sempre?».
Venerdì, infine, è in programma in Via Re David, nella sede regionale del Pd, l’incontro del tavolo della coalizione. Osservati speciali i 5S, che dovranno spiegare le ragioni del veto nei confronti di Leccese, ma anche la delegazione dem si muoverà in un sentiero stretto: se non c’è il via libera per l’ex parlamentare dei Verdi e Laforgia - come ribadito dai suoi più volte - resta in pista, si potrebbe riaprire la strada delle primarie, e in questo caso il partito del Nazareno dovrà riconvocare l’assemblea cittadina per sciogliere i nodi delle eventuali candidature nella consultazione di coalizione. Tutti tra partiti e movimenti si professano per l’unità, ma nessuno dice apertamente che per praticarla fino in fondo uno dei due candidati dovrà fare un passo indietro. Ovvero ritirarsi o in alternativa fare un ticket.