BARI - Sigismondo Strisciuglio, il boss del quartiere Libertà più noto come Gino «La Luna», è tornato un uomo libero, dopo aver scontato in cella, quasi ininterrottamente, poco meno di 24 anni. I giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano (competente per territorio perché era detenuto da circa un decennio nel carcere lombardo di Opera) hanno riconosciuto ulteriori 90 giorni di liberazione anticipata e ne hanno disposto la scarcerazione. Fine pena, quindi, senza al momento alcun ulteriore procedimento penale pendente noto, ma con la spada di Damocle di 585 giorni (anche questi di liberazione anticipata) che potrebbero essere di nuovo revocati.
Per il momento, comunque, è libero. Una libertà - anzi la sua attesa - che il boss, fratello del capo clan Domenico, Mimmo «La Luna», aveva già assaporato per qualche ora otto mesi fa. Poi, nel giro di mezza giornata, una carta bollata dietro l’altra, gli era stato comunicato che i calcoli erano sbagliati e che avrebbe dovuto trascorrere in cella altri undici mesi.
LA STORIA CRIMINALE Il boss 48enne è ritenuto insieme allo storico capo del clan, il fratello Domenico, al vertice dell’omonimo gruppo mafioso del quartiere Libertà. Aveva scontato fino a settembre 2022 - quando è stato scarcerato - una condanna definitiva a 22 anni di reclusione come promotore di associazione mafiosa e traffico di droga. È rimasto in cella ininterrottamente dal 2000 al 2022. Le porte del carcere di Milano Opera nel quale il boss era rinchiuso dal 2014, dopo una serie di trasferimenti, si sono poi aperte una sera di settembre 2022, consentendogli di tornare a casa.
La libertà del boss, però, è durata poco più di sei mesi. Il 6 aprile 2023 gli è stato notificato un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti e contestuale ordine di carcerazione, emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Procura generale, in base al quale il capo clan doveva espiare ancora un anno e due giorni di reclusione per via di un ricalcolo dei cumuli di pene sommate fin dal 1994. La Procura generale di Bari, cioè, aveva ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza di Milano la revoca di 855 giorni di liberazione anticipata che inizialmente gli erano strati riconosciuti: fine pena 7 aprile 2024.
La difesa del boss, però, aveva fatto ricorso in Cassazione e contestualmente aveva chiesto al Tribunale di Sorveglianza la sospensione dell’ordinanza di revoca della liberazione anticipata. Il 16 maggio 2023 i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano hanno accolto la richiesta, sospendendo l’ordinanza che ad aprile aveva riportato il boss in carcere.
LA SCARCERAZIONE Ma proprio quando il provvedimento trasmesso alla Procura generale di Bari doveva essere eseguito, è arrivato il ricalcolo del cumulo di pene. Strisciuglio, con le valigie già pronte per tornare a casa, la soglia del carcere non l’ha più varcata perché, secondo i giudici baresi, «Gino La Luna» doveva rimanere altri 11 mesi al fresco. Nuovo fine pena spostato al 16 aprile 2024. Fine pena ancora provvisorio, dal momento che all’appello mancavano ancora i 585 giorni di liberazione anticipata sui quali si doveva esprimere la Cassazione.
Da allora sono passati più di duecento giorni e il 17 gennaio i giudici della Sorveglianza di Milano hanno accolto l’istanza del difensore del boss, l’avvocato Giuseppe Giulitto. Sigismondo Strisciuglio è libero da 48 ore. Nel frattempo, però, a ottobre la Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa sul riconoscimento dei 585 giorni di liberazione anticipata, dando ragione ai calcoli dei giudici baresi. Nel provvedimento i giudici evidenziano che «reati commessi durante l’espiazione della pena corrompendo agenti di polizia penitenziaria per comunicare a mezzo internet con l’esterno e pianificare attività criminali» dimostrano «che la pregressa adesione all’opera di rieducazione fosse solo apparente e che questa dovesse ritenersi fallita». Quindi «la situazione di fatto che aveva giustificato la concessione della liberazione anticipata è mutata e la revoca risulta correttamente disposta».
Non è escluso quindi che la Procura generale di Bari si cimenti in un nuovo cumulo, ripristinando il vecchio calcolo che aveva previsto il fine pena a marzo 2026.