Sabato 06 Settembre 2025 | 18:53

Bari, prof aggredito a scuola: «Non molestò le alunne»

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Bari, docente picchiato all'istituto Majorana: il papà aggressore torna libero

Il fascicolo bis era partito a seguito di una denuncia nell'istituto Majorana

Sabato 06 Gennaio 2024, 12:39

BARI - Il professor Vincenzo Amorese non ha mai avuto comportamenti molesti in classe davanti agli studenti. Il Tribunale di Bari ha archiviato il procedimento per atti sessuali davanti a minori aperto quasi un anno e mezzo fa nei confronti del docente. L’infamante accusa al professore, rivelatasi del tutto priva di fondamento, nasceva dalla denuncia della famiglia di una alunna il cui papà - a suo dire proprio in reazione alle confidenze della figlia 16enne - un giorno si presentò a scuola aggredendo il docente. La vicenda risale al 23 settembre 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico. Teatro dell’aggressione l’istituto Ettore Majorana del quartiere San Paolo. Qualche settimana dopo l’aggressione, il 12 ottobre, il padre violento finì agli arresti domiciliari (libero dopo tre mesi).

L’uomo, 35enne pregiudicato parente di un noto boss del clan Strisciuglio, non ha mai negato l’aggressione, peraltro immortalata dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della scuola e raccontata oltre che dalla vittima anche da alcune colleghe insegnanti testimoni oculari. Ha però ricostruito quello che è accaduto quella mattina nel tentativo di dare una spiegazione al gesto, motivandolo come una reazione a un messaggio inviatogli dalla figlia in cui si parlava non meglio precisate «attenzioni» da parte del docente. Questa parte dell’inchiesta si è chiusa con l’archiviazione, chiesta dal pm Francesco Diliso. Gli accertamenti tecnici, le immagini della videosorveglianza e le numerose testimonianze raccolte dagli inquirenti, hanno infatti smentito qualsiasi comportamento molesto da parte del professore.

Il professore - ha spiegato nella denuncia - aveva «redarguito più volte l’alunna entrata in ritardo alla seconda ora senza essere autorizzata, poiché creava disturbo al regolare svolgimento della lezione». I rimproveri del docente erano stati inutili al punto che la studentessa «aveva iniziato a incitare i suoi compagni di classe a non seguire la lezione». Il professore «si era quindi visto costretto a redigere una nota scritta disciplinare nei suoi confronti sul registro».

Terminata la seconda ora, poi, mentre era in un’altra classe, il docente «notava aprire con irruenza la porta di accesso all’aula e contestualmente veniva invitato ad uscire in corridoio da un uomo». Appena varcata la soglia dell’aula «l’uomo gli si poneva frontalmente e gli diceva “professore non ti permettere mai più di fare una cosa del genere” afferrandolo per le spalle, iniziando a schiaffeggiarlo violentemente al punto da fargli perdere l’equilibrio e da provocargli una sensazione di stordimento».

L’aggressore, poi identificato nel padre 35enne della studentessa che aveva ricevuto la nota, avrebbe continuato a minacciare il docente dopo averlo picchiato, per poi allontanarsi solo a seguito dell’intervento del personale della scuola. I video e i racconti di alcuni docenti testimoni, hanno confermato la dinamica dell’aggressione, ora contestata all’uomo in concorso con l’amico che lo aveva accompagnato a scuola e con il contributo morale, come istigatrice, della stessa studentessa.
Dopo la chiusura delle indagini preliminari, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio (l’udienza preliminare inizierà il 22 febbraio) per i reati di interruzione di pubblico servizio e lesioni. Gli atti nei confronti della studentessa sono stati trasmessi ai magistrati minorili (contestata anche la calunnia).

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