BARI - Una abitazione popolare occupata abusivamente non è una notizia. Ma quanto accaduto a cavallo dell’Immacolata a Bari rappresenta, forse, il primo caso al mondo di occupazione abusiva da parte di un fantasma. Una presenza extracorporea silenziosa e poco ingombrante ma che non si può sfrattare, perché protetta dal nume tutelare più potente in assoluto: la burocrazia italiana.
E così ieri il direttore generale dell’Arca Puglia centrale, Piero De Nicolo, ha passato la giornata a districare un caso emerso mercoledì dopo il sopralluogo effettuato dai tecnici dello ex Iacp in una palazzina popolare al quartiere Libertà di Bari, nei pressi della Manifattura tabacchi. Qui una vicina di casa ha infatti segnalato al numero verde dell’Arca un appartamento libero da due mesi. In questi casi si interviene subito proprio per evitare che case lasciate vuote possano essere occupate abusivamente. I funzionari dell’istituto, verificato che l’assegnataria era deceduta due mesi prima, hanno dunque messo in atto la procedura che prevede il montaggio di un particolare cancello blindato riapribile soltanto con la fiamma ossidrica. Il problema è che nell’appartamento, lasciato completamente arredato, era rimasta l’urna cineraria del marito dell’ultima assegnataria. Era deceduto nel 2019 e dalla mensola del soggiorno continuava a fare compagnia alla moglie.
Se qualcuno pensa che sia possibile prendere l’urna e portarla altrove non conosce la legge italiana («Disposizioni in materia di cremazione e dispersione ceneri»), in base a cui la decisione spetta al parente più prossimo. In alternativa serve un’autorizzazione da parte dell’ufficiale di stato civile, che richiede domanda, sopralluogo, pubblicazione all’albo pretorio, nulla osta... E porta via un sacco di tempo...