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Bari, a San Girolamo il «museo» della radio: «Marconi trasmise da qui il segnale»

 
rita schena

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Bari, a  San Girolamo il «museo» della radio: «Marconi trasmise da qui il segnale»

Pochi sanno della mostra permanente. Michele e Cesare ne sono i custodi. Tra i pezzi in esposizione anche un trasmettitore per segnali morse un ciclostile

Domenica 30 Luglio 2023, 13:32

«Dal 1994 ad oggi ho parlato con circa 72mila persone in tutto il mondo». Cesare Dossi lo dice con orgoglio; è un radioamatore e con Michele Colonna sono tra i custodi di un piccolo gioiello racchiuso nel quartiere San Girolamo: una mostra permanente di radio all'interno della scuola «Marconi». Una mostra che in realtà è anche di più: un museo marconiano, dedicato a Guglielmo Marconi (al quale è intitolata la scuola) nel luogo esatto in cui sorgeva una delle due antenne con le quali lo scienziato nel 1904 riuscì ad inviare attraverso onde radio un segnale (primo collegamento mondiale) ad una stazione gemella costruita ad Antivari, a circa duecento chilometri da Bari oltre l’Adriatico nel Montenegro.

«Qui proprio dove ora c'è la scuola c'era l'antenna e la stazione radiotelegrafica – spiega Michele Colonna -, mentre l'altra antenna era posizionata di fronte all'attuale pizzeria Provolina. Mentre il faro di San Cataldo non c’entra niente».

Il piccolo museo è come una gemma nascosta, si deve voler trovare, ma è un concentrato di tante storie che l'entusiasmo di Michele e Cesare tengono vive, per i più piccoli ma anche per i più grandi.

«La scuola è accreditata come fosse un radioamatore con la sigla IQ7QK – sottolinea Colonna – l'unica in tutta la regione. Persone uniche i radioamatori, lo spazio radio è un luogo di fratellanza, dove non esiste politica, dove tutt'oggi russi ed ucraini si parlano».

Per accedere al museo marconiano si deve entrare nel giardino scolastico, dove un Guglielmo Marconi volante con tanto di mantello rosso, che lo fa sembrare tanto il doctor Strange, campeggia sul muro. Da alcune scale esterne e poi interne si accede ad un primo piano con un largo spazio dove campeggiano vecchie radio, di quelle che si potevano vedere solo nelle case dei nonni e di chi è già oggi avanti nell'età.

«In Italia ormai di musei marconiani ne saranno rimasti giusto una decina – raccontano i due ciceroni -, qui abbiamo riproduzioni di documenti che tracciano tutta la storia del collegamento del 1904, dell'attività fatta dallo scienziato, foto. E' una sorta di storia nascosta che noi cerchiamo di far vivere, il nostro compito è divulgare. Ci spiace solo che pochi sappiano di questo piccolo tesoro».

Michele e Cesare hanno in testa un obiettivo: far conoscere a quante più persone possibili che ci sono. «Sono 9 anni che siamo presenti sul territorio, accogliamo scuole e ragazzi, lavoriamo con loro. Prima del Covid avevamo stretto degli accordi anche per rientrare nei tour turistici della città, poi la pandemia... Ora speriamo di poter riprendere, ma la verità è che qui si potrebbero fare tante manifestazioni e piccoli eventi».

Tra i pezzi in esposizione non solo vecchie radio (compresa la più grande anni '50 e la più piccola coeva), un trasmettitore per segnali morse (non certo l'originale usato da Marconi, ma una fedele copia), uno strumento per controllare se le valvole fossero ancora funzionanti, un ciclostile... oggetti che le nuove generazioni non sanno neanche cosa siano. E soprattutto la possibilità di collegarsi via radio con tutto il mondo.

«Mi sono trovato tra le mani questo piccolo tesoro di radio e copie di documenti tutti raccolti con amore e dedizione. Sono stato travolto dall'entusiasmo di Michele Colonna che ha donato questi beni alla scuola – spiega Gerardo Marchitelli, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo Duse di cui fa parte la scuola Marconi -. Si tratta di una risorsa unica che stiamo cercando di valorizzare come merita».

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