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Dall’Egitto a Triggiano ecco «Dunia», la casa-museo che profuma d’Oriente

 
VITO MIRIZZI

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VITO MIRIZZI

 Dall’Egitto a Triggiano ecco«Dunia», la casa-museo che profuma d’Oriente

Uno spazio espositivo di arte e design aperto a tutti da Dino Lorusso, architetto di origini triggianesi formatosi a Firenze che, dopo la laurea, ha proseguito gli studi in Egitto

Martedì 04 Luglio 2023, 13:16

19:13

TRIGGIANO - A pochi passi dalla chiesa madre di Santa Maria Veterana, immerso in un contesto urbanistico a forte rievocazione storica, è nata «Dunia». Uno spazio espositivo di arte e design aperto a tutto e a tutti da Dino Lorusso, un architetto di origini triggianesi che si è formato a Firenze e, dopo la laurea, ha proseguito gli studi in Egitto nella capitale Il Cairo, con una borsa di studio che inizialmente doveva durare sei mesi e poi lo ha trattenuto in quelle terre per cinque anni.

«Un’esperienza molto interessante – rivela Dino Lorusso – che mi ha fatto scoprire la realtà del Medio Oriente che ho avuto modo di raccontare anche attraverso la mia passione per la fotografia, fissando scatti in paesi ad alto rischio come Yemen e Iraq finiti in mostre internazionali».

«Dunia», che in arabo significa «mondo», è stata realizzata in via dell’Arco Battista e occupa tutti i piani dell’abitazione-galleria di Lorusso il quale, innamoratosi di quell’immobile che racconta la storia locale in tutti i suoi angoli dieci anni fa, lo ha recuperato senza alterarne le origini per aprirlo ora alla fruibilità di professionisti e cittadini.

Non a caso ha aderito all’iniziativa «Open studi» dell’ordine degli Architetti per far conoscere la sua nuova creatura. Nella galleria ricavata al piano terra, in un ambiente dal sapore antico, Lorusso ha esposto diversi oggetti delle sue ultime creazioni di design, come una lampada Nur, tavoli in marmo con centrino della nonna stampati e vassoi portavivande a forma di labirinto di derivazione nipponica.

«Tutte le mie creazioni – ammette Dino Lorusso – risentono inevitabilmente della mia esperienza in Medio Oriente. Sono fiero della circostanza che alcune mie opere siano state esposte all’expo di Dubai nel padiglione della Regione Puglia e altre stanno per partire alla volta dell’Australia a Melbourne all’Istituto italiano di cultura».

Lorusso, peraltro, è il progettista delle ultime significative mostre in paese. Lo scorso anno con la sfida vinta di una mostra permanente nel centro storico degli scatti di Tony Gentile, il fotografo dell’iconica immagine del testa a testa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e quest’anno con l’esposizione, sempre nel borgo antico, di Maïmouna Guerresi, curata da Manuela De Leonardis che sarà inaugurata il prossimo 2 settembre.

La casa-museo di Dino Lorusso si sviluppa su più livelli, come le abitazioni di una volta, e ogni ambiente è un forte richiamo alle abitudini e agli usi degli avi locali. Il suo recupero è stato solo funzionale, senza alterane l’autenticità, generando un tuffo nel passato visibile e tangibile per il visitatore. Dal terrazzo, dotato anche di una torretta-vedetta, si riesce a vedere distintamente il vicino campanile della chiesa madre e il suo tetto spiovente, oltre a una sterminata serie di tetti che rivelano i muri caldi e imbiancati del Mezzogiorno. «Da qui sopra – conferma Lorusso – sembra di vivere in una dimensione diversa, tanto che diversi amici internazionali scambiano il luogo con uno mediorientale».

Aprire una casa-galleria-museo nel centro storico di un paese di provincia è una sfida culturale che è, in parte, già vinta.

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