BARI - Le indagini sul carosello di scooter che hanno scortato il carro funebre. Le contromisure per evitare che scene simili possano ripetersi ancora. L’invito ai cittadini: chiamate le forze dell’ordine anziché postare sui social. Si snoda lungo queste direttrici la risposta dello Stato al corteo funebre partito dal quartiere Japigia di Bari verso il carcere per consentire a qualche detenuto di potere dare, sia pure dietro le sbarre, l’ultimo saluto a Christian Di Gioia, 27 anni, deceduto nell’incidente stradale avvenuto in via Caldarola nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi. Ritenuto dagli investigatori un piccolo pusher di quartiere, era estraneo alla criminalità.
È domenica mattina. In Questura c’è poco movimento nei corridoi. Il questore Giovanni Signer è nel suo ufficio al secondo piano. Uno sguardo alla rassegna stampa con articoli e commenti sull’episodio, un altro al cellulare che squilla. 24 ore dopo, ecco la sua analisi dell’inchino in stile mafioso.
Signor Questore, avete ricostruito ciò che è accaduto?
«Sì, le immagini sono chiare a tutti. Stiamo identificando i protagonisti della vicenda, riteniamo di riuscirci per buona parte di loro».
Lungo il percorso da Japigia verso il carcere c’è stata la possibilità di intervenire oppure una eventuale manovra preventiva avrebbe potuto scatenare gravi reazioni?
«Ci sono valutazioni non immediatamente ostensibili, vanno contemperati più interessi ed esigenze. Di certo non possiamo farci forzare la mano da nessuno e, vorrei fosse chiaro, abbiamo tutti gli strumenti per impedire che tutto questo diventi una consuetudine»...
CONTINUA A LEGGERE SULL'EDIZIONE CARTACEA O SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION
L'ACCUSA DI SISTO: «CITTA' INSICURA, SERVE L'ESERCITO» (di Nicola Pepe)
Il caso del corteo si trasforma in un dossier per il Governo. Le immagini del corteo funebre contromano e del carosello di moto che ha letteralmente scorrazzato per tutte la città senza che nessuno intervenisse, dopo un «inchino» dinanzi al carcere, non può finire così. Dopo l’intervento del sindaco Antonio Decaro («simbologia criminale») e la presa di posizione del senatore di Fdi, Filippo Melchiorre, componente della commissioni parlamentare antimafia («situazione sfuggita di mano»), a rincarare la dose ci pensa il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto (Fi) che va già duro. Il rappresentante del Governo denuncia ancora una volta la grave situazione della «insicurezza» del capoluogo e insiste sull’intervento dell’Esercito, «invitando» il sindaco a sostenerlo in tale richiesta. Secondo Sisto (che ne avrebbe già parlato con i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e della Difesa, Guido Crosetto), è finito il tempo delle parole e bisogna passare alla «maniere forti» soprattutto dopo quello «schiaffo» alle istituzioni di sabato mattina e lo spettacolo osceno di un corteo che blocca la cittò percorrendo tratti di tsrada contromano.
Una vicenda che ha fatto scalpore per la teatralità che richiama un set di «Gomorra» ed evoca i funerali dei Casamonica. Tutto è avvenuto in pieno giorno, sotto gli occhi attoniti di migliaia di persone «spettatori» di questo corteo funebre che ha attraversato tutta la città e si è snodato dal rione Japigia fino al cimitero.
Un’occasione, per il viceministro, di rilanciare il tema della sicurezza e fare pressing per richiedere l’operazione «Strade sicure» a Bari di cui riferisce di averne parlato con i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e della Difesa, Guido Crosetto. Una ricetta che, dopo aver visto «naufragare» la proposta di una maggiore presenza della Polizia locale («come deterrente») anche nelle ore notturne, si rende quanto mai indispensabile. Dalle spaccate alle aggressioni nel cuore della movida, per finire alle sparatorie e, adesso, ai cortei funebri con blocco della città.
«Non si può circolare senza avere il timore che possa accadere qualche episodio, anche casuale, di criminalità» precisa Sisto che aggiunge: «Servono le maniere forti - perchè il gioco dello scansare le responsabilità è finito». Una stilettata la riserva al sindaco, Antonio Decaro, che ha bollato il corteo come «simbolismo criminale».
Sisto invita Decaro a dire cosa ne pensa sull’operazione Strade sicure: «Vorrei sentire sul punto anche il sindaco perchè mi piacerebbe che lui fosse d’accordo su questo a e fare insieme la richiesta di intervento dell’Esercito. Non si tratta di antagonismi politici. Di fronte alla sicurezza dei cittadini non c’è appartenenza, ma solo dovere, adempimento e obbligo di intervenire». E a proposito delle immagini del corteo, per il vicemiministro «c’è anche un’aggravante nel codice penale, quella della scorreria, cioè criminali che scorrono per le vie della città impadronendosi del territorio. Un’immagine pessima della città».
Sul corteo, come detto, sabato era intervenuto anche il senatore Filippo Melchiorre che aveva puntato l’indice contro quello che è «un fenomeno sfuggito di mano o sottovalutato. Il sindaco - ha aggiunto il senatore Fdi - oltre indignarsi deve intervenire con energia su quanto accaduto. Non è normale che tutti quei motocilisti abbiano scorrazzato industurbati per la città».