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«Bari non è virtuosa e la Tari rincara»

 
Rita Schena

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Rita Schena

Bollette, che salasso! Annaspano le famiglie

La disamina del segretario Cisl, Giuseppe Boccuzzi: «La tassa sui rifiuti è insostenibile»

Giovedì 24 Novembre 2022, 13:05

BARI - Aumenti in media tra il 7 e il 10%. I bollettini della Tari che stanno arrivando in questi giorni nelle case dei baresi stanno scompigliando i piani di spesa di molte famiglie. La speranza di pagare meno con l'avanzare della raccolta differenziata viene delusa. «Invece pagare meno Tari si può e si deve – spiega Giuseppe Boccuzzi segretario generale Cisl Bari -. I pagamenti che arrivano insieme alle onerosissime bollette gas-luce stanno letteralmente sconvolgendo la serenità economica delle famiglie. È evidente che la tassa sui rifiuti a Bari, come in altri comuni, è diventata insostenibile per molte famiglie, oggi ancor più se unita al costo del servizio luce e gas. A questo aggiungiamo che qui è ancora lontana la chiusura del ciclo dei rifiuti e le difficoltà che si stanno creando al progetto Selectika, che dovrebbe risolvere la vertenza ex Om Carrelli, sono ulteriore controprova di un qualcosa che non va».

Ma questi rincari quanto pesano e soprattutto quali sono i numeri della raccolta rifiuti?
«A calcoli fatti una famiglia di 4 componenti che rappresenta forse lo standard più diffuso, pagherà un 6% in più di Tari, con il pericolo che se “malauguratamente” ci fosse stato qualche figlio in più, anziché essere premiata ci sarebbe stato un rincaro addirittura del 12%. Il sindaco Decaro, che annuncia il raggiungimento del 50% di raccolta differenziata è smentito da quanto è scritto nei bollettini inviati ai cittadini che ci dicono di appena un 38,22% come media annuale 2021. La legge impone il raggiungimento del 65% fin dal 2012, ben 10 anni fa. Sorge a questo punto spontanea la domanda: cosa si è fatto in questi anni a Bari per ottenere un servizio di raccolta rifiuti se non eccellente, almeno rispettoso degli obblighi di legge? Cosa abbia fatto e cosa stia facendo il gestore del servizio è purtroppo sotto gli occhi di tutti, anche dei non addetti ai lavori».
Che poi si fa presto a dire «raccolta differenziata», il rifiuto una volta raccolto subisce tutta una serie di procedimenti.
«Infatti. Oltre ad una quantità limitata di raccolta differenziata, sembra sfuggire il fatto che la qualità di quanto raccolto in maniera differenziata è oltremodo insoddisfacente. Questo non consente di ottenere il massimo dei contributi Conai ed anzi rende necessaria una costosa pre-pulizia del rifiuto prima dell'avvio al riciclo. E le ricadute positive o negative sull'entità della Tari sono indissolubilmente legate alla raccolta differenziata, in termini di volumi e qualità. La raccolta differenziata, rispetto ad una raccolta unica, ha dei costi aggiuntivi che vengono in parte compensati dai contributi per la raccolta differenziata degli imballaggi, riconosciuti dai sistemi di responsabilità estesa del produttore (Conai e i consorzi di filiera), erogati però a fronte di standard qualitativi moderatamente elevati. La frazione di rifiuti di imballaggio costituisce una quota consistente all'interno del rifiuto urbano nella sua globalità: pertanto è necessario non derogare da una raccolta di qualità, che minimizza i contributi dei consorzi di filiera a scapito della sostenibilità economica della stessa raccolta dei rifiuti».

Di conseguenza una cattiva raccolta pesa sui costi della Tari?
«Sì. Le raccolte differenziate di imballaggi (carta, plastica, metalli, vetro) vengono normalmente conferite ad Impianti di selezione (Css) e preparazione per il riciclo, nei quali avviene anche la misurazione della qualità della raccolta e la successiva formale consegna al consorzio di filiera corrispondente. La misurazione della qualità è effettuata a campione e consiste in una analisi merceologica volta a stabilire se nel flusso conferito vi siano eccessive frazioni estranee che ne pregiudicherebbero il riciclo stesso. Nel caso in cui le analisi merceologiche effettuate sui flussi conferiti facessero emergere una quantità di frazioni estranee superiore ai limiti stabiliti, non solo per il singolo carico non si riceverebbe il contributo alla raccolta, ma non si avrebbe per tutti i conferimenti dell'intero periodo».

Ma questo è un problema solo di Bari?».
«In gran parte le città Pugliesi tra cui Bari (come in alcune Regioni italiane, soprattutto nel Sud Italia) le raccolte differenziate non sono di qualità e spesso si ricorre ad impianti intermedi - Centri comprensoriali (prima del conferimento agli Impianti di Selezione) che separano le frazioni estranee in modo da conferire agli impianti di selezione flussi di rifiuti adeguati agli standard di qualità imposti dai consorzi di filiera. Tali impianti pur rappresentando un'utile soluzione contingente (poiché consentono di ricevere i contributi alla raccolta) non solo aumentano il costo complessivo della raccolta (per la pre-pulizia della plastica, che è la frazione normalmente più sporca, si possono spendere anche un centinaio di euro a tonnellata), diminuiscono drasticamente l'opportunità per i comuni di migliorare stabilmente la qualità della raccolta differenziata attraverso interventi strutturali. I centri di selezione sono la regola al Nord, i centri comprensoriali la regola al Sud. Così mi chiedo: cui prodest tutto questo?».

In pratica quale dovrebbe essere il ciclo virtuoso che invece a Bari non viene avviato?
«Un buon modello di raccolta dovrebbe prevedere: contratti che prevedano incentivi per il gestore a fronte di obiettivi di quantità e qualità delle raccolte; raccolta porta a porta (eventualmente completata con raccolte selettive di particolari frazioni); tariffazione puntuale sul raccolto fatto dal singolo; periodiche campagne di comunicazione e sensibilizzazione delle utenze (eventualmente mostrando anche i risultati di efficacia ed efficienza connessi ai comportamenti delle utenze e relativi ai servizi erogati dal gestore); controlli sui conferimenti da parte delle singole utenze e sanzioni in caso di scorretti comportamenti. La raccolta differenziata di bassa qualità e il mancato riciclo dei rifiuti fa male all'ambiente, all'economia del territorio e a tutti coloro che devono fare i conti con un livello di Tari non più sostenibile».

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