Da questi parti lo chiamano ancora il «mambrone». Un modo poco carino per indicare quel blocco di cemento e vetrate sul mare, mai veramente apprezzato. E che dal suo battesimo - maggio del 2019 - nessuno ha ancora preso in consegna. Ma che ora il Comune vuole rimettere sul mercato facendo una sorta di call immobiliare: «Venite a guardare gli spazi e decidiamo insieme la loro destinazione». San Girolamo prova a rilanciarsi. O meglio a rilanciare la sua piastra sul mare. L’edificio fiore all’occhiello del progetto del waterfront ma che ancora oggi cerca una sua identità.
Da qui la decisione del sindaco Antonio Decaro e dei suoi assessori Giuseppe Galasso, Carla Palone e Pietro Petruzzelli (quasi tutti in veste di “agenti immobiliari per un giorno”) di incontrare ieri pomeriggio il quartiere in una sorta di Open Day per scoprire le potenzialità e l’offerta di spazi.
Qui ci ha più volte provato l’amministrazione a indicare il destino dei sei locali con vista mare. Prima un bando andato in fumo per problemi tecnici, nonostante le undici offerte pervenute, poi un secondo andato deserto per un certo «interessamento» della criminalità locale. «Se ho fatto certe allusioni alla strana assenza di domande di partecipazione, l’ho fatto a ragion veduta, come in passato per le fornacelle, la gestione dei parcheggi dello stadio e del mercato di Carrassi. Abbiamo dimostrato che lo Stato c’è» dice il sindaco.
Ma cosa farne adesso di questi locali che non fanno più gola? Il Comune mette sul piatto sei unità di diverse metrature partendo da un canone annuo - definito dal Demanio - da 2mila e 500 euro al rialzo e per una concessione di dodici anni. Unità inizialmente da destinare alla ristorazione ma che adesso potrebbero essere convertite ad altre finalità. E nell’incontro - proseguito con una festa sul mare tra musica, sport, volontariato e animazione garantita da circa venti realtà cittadine - residenti e associazioni hanno rilanciato diverse ipotesi: c’è chi propone una ludoteca, chi delle attività per gli sport d’acqua e chi ancora una palestra. «Sarebbe la prima sul mare. La più vicina dista da qui quasi 3 chilometri» dicono i proponenti. «Questi locali possono anche essere divisi e separati» spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Galasso durante il sopralluogo nelle unità immobiliari con annesse spiegazioni su impianti, accessi e metrature. La piastra è composta da sei blocchi, dei quali i più ambiti sono quelli laterali perché dotati di più vetrine, anche laterali. Entrambi si estendono su 280 metri quadri, su due livelli e con annesso terrazzo di pertinenza.
«Sarebbero ideali per un ristorante o una caffetteria, avrebbero anche gli spazi esterni per sistemare i tavolini» dice ancora Decaro stuzzicando la curiosità di alcuni operatori commerciali. Tra un susseguirsi di scale interne c’è il più grande dei locali - ha ben 426 metri quadri – e uno spazio esterno che con un adeguato cancello potrebbe diventare un rimessaggio per le imbarcazioni (ci potrebbe essere l’ipotesi del Cus Bari).
«Vogliamo spazi per gli sport del mare» rilanciano diverse associazioni che si occupano di canottaggio, surf e sup. «È davvero un peccato non aver immaginato prima un simile evento pubblico. Dobbiamo riprendere il legame con il mare e avvicinare alla pratica sportiva i più giovani» ripetono gli istruttori di diverse discipline incassando l’ok dall’assessore allo Sport Petruzzelli.
Insomma, San Girolamo tenta di muovere i primi passi verso un rilancio totale del suo lungomare. «Da questo incontro abbiamo raccolto spunti interessanti per capire il tipo di bando da pubblicare» dice l’assessore allo Sviluppo Economico Palone. La piastra sul mare cerca così di scrollarsi di dosso l’appellativo de “il mambrone”.