CRONACA DI BARI - Il gip del Tribunale di Bari Angelo Salerno ha archiviato il procedimento per tentata estorsione commessa dall’ex responsabile della gestione rischi della Banca popolare di Bari Luca Sabetta nei confronti dell’istituto di credito.
Sciogliendo la riserva sulla opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta, il gip ha accolto la tesi della Procura. Il fascicolo nasce da una denuncia fatta contro Sabetta nel giugno 2017, circa un anno dopo essere stato licenziato, dall’allora amministratore delegato della banca popolare di Bari, Giorgio Papa, per una lettera nella quale «avrebbe tentato di costringere gli organi di vertice della Banca Popolare di Bari - si legge negli atti - ad instaurare una trattativa finalizzata alla risoluzione consensuale del suo rapporto di lavoro, minacciando che, ove la sua proposta non fosse stata accolta, avrebbe divulgato informazioni che probabilmente avrebbero dato impulso ad un procedimento penale a carico dell’istituto di credito».
Per il gip non è possibile «riscontrare nel contenuto della missiva una minaccia», tenuto anche conto che anni dopo, nel giugno 2020, il giudice del lavoro ha dato ragione a Sabetta dichiarando illegittimo il licenziamento.
L’archiviazione «mette la parola fine - dichiara l’avvocato Stefano De Francesco - a quello che appare come un ulteriore tentativo, attuato dagli ex vertici della banca, di minare la credibilità del dottor Sabetta ad appena tre mesi dalla sua reintegra nel posto di lavoro. Per la seconda volta la giustizia (penale dopo quella civile) restituisce al dottor Sabetta quella dignità, umana e professionale, che i vertici della passata gestione di Banca Popolare di Bari hanno cercato, inutilmente, di intaccare e mettere in dubbio».
Sabetta è anche il principale accusatore degli ex vertici dell’istituto di credito barese e tornerà come testimone, il prossimo 28 aprile, davanti al Tribunale che sta giudicando Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale, accusati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’attività di vigilanza di Bankitalia e Consob.