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Il lavoro che uccide: nel 2021 in Puglia 96 morti e 24mila infortuni

 
Redazione online

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infortuni sul lavoro

I dati della Cgil e la proposta per i giovani: «Costruiamo una carta dei diritti degli studenti in alternanza»

Martedì 01 Marzo 2022, 18:18

BARI - Di lavoro si continua a morire.  È un bilancio drammatico quello fornito dalla Cgil Puglia. Nel 2021 in Puglia ci sono stati 65 infortuni al giorno e complessivamente 96 morti sul lavoro in un anno. I numeri sono emersi nel corso dell’iniziativa «Al Sicuro!» promossa dalla Cgil Puglia nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bari. Hanno partecipato, tra gli altri, il segretario della Cgil Puglia, Pino Gesmundo; la segretaria confederale nazionale della Cgil, Rossana Dettori; e Maria Giorgia Vulcano, coordinatrice del Nidil Cgil Pugli.


«Fermare la strage sui luoghi di lavoro. Favorire una giusta transizione tra istruzione, formazione e luoghi della produzione», è il sottotitolo dell'evento promosso nell’ambito della mobilitazione nazionale lanciata dalla Cgil dopo le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, due giovani di 18 e 16 anni, che hanno perso la vita rispettivamente durante un percorso di alternanza scuola lavoro e durante un tirocinio. «Numeri e storie - ha detto Gesmundo - che ci dicono quanto urgente sia, e questa è la proposta che avanziamo, un osservatorio permanente su formazione e lavoro, coinvolgendo le associazioni studentesche, per monitorare un fenomeno che oggi sfugge alla conoscenza e valutazione».

Dettori ha sottolineato l'importanza di «confrontarci con le scuole e le università per comprendere diversità dei bisogni formativi e gli studenti devono poter decidere percorsi. Lavoriamo a costruire una carta dei diritti degli studenti in alternanza: ai ragazzi dico conquistiamo insieme questi diritti».


Maria Giorgia Vulcano, coordinatrice del Nidil Cgil Puglia, ha ricordato che risultano non in regola con percentuali che oscillano tra il 60 e l’80 per cento, le aziende «del trasporto e magazzinaggio, attività di servizi, alloggio e ristorazione, attività sportive e di intrattenimento, attività professionali, scientifiche e tecniche e commercio». 

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