BARI - Hanno risposto per quasi sette ore alle domande di giudice e pm Vito e Giacomo Fusillo, padre e figlio, amministratori delle società fallite dell’omonimo gruppo imprenditoriale e per questo coinvolti nell’indagine per bancarotta fraudolenta della Procura di Bari. Giacomo Fusillo è dal 29 settembre agli arresti domiciliari insieme con altri 5 indagati, tra i quali l’ex condirettore della Banca popolare di Bari Gianluca Jacobini. Il padre Vito è sottoposto a interdizione, dopo aver collaborato per mesi con gli inquirenti rivelando particolari delle operazioni finanziarie che hanno portato al crac.
Oggi i due indagati, entrambi difesi dal professor Vito Mormando, hanno risposto a tutte le domande, comprese quelle sui rapporti con gli ex vertici della banca, e hanno depositato nuovi documenti. Al termine dei due lunghi interrogatori il legale ha espresso "molta soddisfazione per la portata chiarificatrice dell’interrogatorio tanto di Giacomo che di Vito Fusillo», riservandosi nei prossimi giorni di depositare istanze scritte di revoca delle misure cautelari. Oggi è stato interrogato anche un altro degli arrestati, il commercialista Vincenzo Elio Giacovelli, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Domani toccherà a Gianluca Jacobini e a Nicola Loperfido, giovedì all’ex presidente della Popolare di Bari Marco Jacobini. Inoltre oggi gli indagati, convocati dal pm Lanfranco Marazia anche per il conferimento di incarico per gli accertamenti tecnici su telefoni e pc sequestrati, si sono riservati di chiedere un incidente probatorio.