Altamura - Riposto il camice per la pensione. Reindossato per l’emergenza sanitaria del Covid-19. Michele Massaro, altamurano e romano di adozione, cardiologo e docente universitario dell’Università «Tor Vergata», non ha avuto dubbi. E ha subito risposto «presente» alla chiamata del Governo per reclutare medici di tutta Italia e affrontare la lotta inedita contro un nemico invisibile e difficile. È stato tra i primi camici bianchi a essere selezionato e da una settimana è a Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna, in servizio nel locale ospedale, riconvertito in struttura dedicata Covid-19.
Quasi 67 anni, in pensione dall’anno scorso. Oggi di nuovo in corsia ma è tutto diverso rispetto al servizio reso nella Cardiologia non invasiva del Policlinico di Tor Vergata. Avrebbe potuto stare tranquillamente a casa, a fare lezioni a distanza di fisiopatologia cardiovascolare, materia che insegna alnella capitale. Invece no. È partito senza alcun indugio, consapevole del rischio.
«Il Covid-19 è davvero ancora molto poco conosciuto - spiega - e noi medici, di qualsiasi branca specialistica, ci adeguiamo alle linee guida. Non esiste una vera e propria terapia farmacologica. Per poter salvare la vita alle persone, dobbiamo rincorrere questo nemico, utilizzando i farmaci indicati nei protocolli e riducendo il danno alla salute».
Quando i sistemi sanitari di eccellenza delle regioni del nord sono andati in crisi, l’Italia - con Governo e Protezione civile - ha chiamato a raccolta i medici volontari per rinfoltire gli organici e sostituire i colleghi che nel frattempo sono rimasti contagiati o, peggio, sono finiti essi stessi nelle terapie intensive. «Sentendo i miei colleghi direttamente impegnati - racconta Massaro -, la situazione si è subito mostrata disperata e ho voluto dare il mio contributo. Non mi aspettavo che come me la pensassero 7.900 persone tra medici e infermieri. Sono entrato a far parte del primo contingente di 80 medici».
Massaro è arrivato così a Lugo all’inizio del mese. «I primi giorni sono stati di ambientamento - racconta - perché ho dovuto prendere conoscenza di un sistema sanitario diverso da quello in cui avevo lavorato a Roma. Un buon modello ma travolto dall’epidemia da fronteggiare. Nel nostro mestiere, qualunque sia la specializzazione, siamo abituati ad affrontare una malattia, non un ciclone. A Lugo l’ospedale è stato trasformato in struttura Covid-19. Anche qui stanno arrivando gli ospiti delle residenze per anziani che si sono ammalati oltre ad avere pluripatologie legate all’età - dice -. Quando sono arrivato, i posti erano tutti occupati mentre da alcuni giorni c’è qualche letto vuoto. Un po’ di luce, è segno che la pressione si sta lentamente riducendo. Dobbiamo assolutamente tenere la guardia alta - aggiunge - e per questo è importante ribadire la necessità di restare a casa».
Un’esperienza forte che durerà tre settimane. Michele Massaro, finiti gli studi al liceo «Cagnazzi» di Altamura, si trasferì a Roma dove si laureò ed è rimasto a lavorare e a vivere.