Mascherine protettive introvabili. Rosa Giampetruzzi ha pensato di realizzare 2000 mascherine con le con le sue mani e donarle a chi ne ha bisogno. Rosa, dal 1995 lavora alla Natuzzi in sala prototipi e quindi è esperta nel cucito. Fondatrice dell’associazione «Una rosa blu per Carmela», a sostegno delle persone malate di cancro e dei familiari durante il difficile percorso della malattia , opera al Miulli di Acquaviva.
«In ottemperanza al decreto della presidenza del Consiglio, ad inizio del mese ho dovuto sospendere tutte le attività al Miulli, ma il volontariato non si ferma.- spiega Rosa- Le nuove restrizioni hanno spezzato la nostra routine e ci siamo ritrovati con una nuova quotidianità a cui è difficile abituarsi. Mi piace pensare che un giorno tutto questo sarò solo un ricordo, ritorneremo tutti quanti a fare tutto ciò che amiamo». Così Rosa si è chiesta cosa posso fare per aiutare il prossimo?
«Mi sono chiesta cosa so fare? Cucire. Allora devo confezionare le mascherine protettive, ormai introvabili oppure con prezzi da capogiro e contrastare così chi si è messo a lucrare persino su questo. Dalle piattaforme di e-commerce, ad alcune farmacie, dove i prezzi sono schizzati alle stelle. Ad inizio settimana ho realizzato il primo prototipo di mascherina in cotone che può contenere il rischio di contagio, si può lavare in lavatrice e riutilizzare».
Un buon tessuto costa e allora Rosa ha contattato Pasquale Natuzzi. «È il presidente dell’azienda dove lavoro, ha accolto la mia richiesta e stamattina ho ricevuto il materiale. Finalmente la produzione è cominciata con 100 metri di tessuto potremo realizzare circa 2000 mascherine. Mi sono confrontata con il commissario della sede Cri di Santeramo Maria Angiola e insieme ci stiamo occupando della realizzazione e successivamente della distribuzione». (Per informazioni, 339 233 5367).
E anche a Bitonto le sarte della città si mettono all’opera per andare in soccorso dei vigili urbani. Una trentina di mascherine in tessuto sono state realizzate e donate al comando di polizia locale. Fatte a tempo di record da una sarta, la signora Beatrice, che ha risposto all’appello lanciato sul social dall’assessore al marketing territoriale Rino Mangini: «I nostri agenti di polizia municipale sono sprovvisti di mascherina. Non solo non ne hanno ma, pur volendo, non le possono acquistare perché sono introvabili. Sono per strada e in ufficio quasi h24».
In effetti sono giorni di super lavoro per la polizia locale che, in collaborazione con le altre forze di polizia e con le associazioni di protezione civile, presidia costantemente il territorio, soprattutto per il controllo delle disposizione anti-assembramento. Come è noto, il sindaco Michele Abbaticchio è fra i primi cittadini che più si sta spendendo per una ferrea applicazione delle norme di quarantena, con la chiusura di tutti i parchi urbani, dei cimiteri cittadini e, da ultimo, anche della centralissima piazza Aldo Moro. Decine le segnalazioni e le denunce per far rientrare a casa gli irriducibili della chiacchierata in piazzetta e dei molti, troppi, ragazzi che ancora scorrazzano a bordo di bici elettriche.
Di qui la richiesta dell’assessore Mangini, sull’onda di un caso analogo già realizzato nel Salento. «Facciamo appello a tutti i nostri sarti e alle nostre sarte affinché possano cucire della mascherine per i nostri vigili urbani. Lo so, non saranno sicure al 100%, non saranno iper tecnologiche ma servono a ridurre la probabilità di contagio». Detto, fatto. La prima a rispondere alla richiesta, la sarta Beatrice, che ha realizzato 30 mascherine, subito in uso dai vigili. «Una goccia nel mare... ma super sempre una goccia», il commento di Mangini.