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Via all'esame da avvocato, a Bari gli aspiranti sono sempre meno

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Via all'esame da avvocato, a Bari gli aspiranti sono sempre meno

Quest'anno solo 929 iscritti: nel 2013 erano quasi il doppio

Martedì 10 Dicembre 2019, 10:35

L’esercito degli aspiranti avvocati si assottiglia sempre di più. Ai nastri di partenza nella tre giorni per l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense ci saranno quest’anno 929 candidati, peraltro iscritti agli ordini professionali di Bari, Trani e Foggia. L’anno scorso erano 954, (siamo lì, insomma), nel 2013 erano circa 1.700. Insomma, il numero degli candidati si è quasi dimezzato in sei anni. Se in un distretto con una tradizione legale così importante come quello di Bari gli aspiranti avvocati non sono neanche mille candidati, rispetto ai numeri degli anni scorsi, evidentemente la professione legale non esercita più il fascino di una volta.

«Il problema - premette l’avvocato Antonio Angelo Luigi Capone, 58 anni, civilista di San Severo che quest’anno presiede la Commissione d’esame - è che a mio giudizio molte riforme che si sono succedute nel tempo hanno certamente penalizzato la professione, rendendola meno appetibile. Se si aggiunge la crisi economica che penalizza in particolare il lavoro autonomo, il dado è tratto».

«Già da alcuni anni osserviamo una considerevole perdita di appeal della professione di avvocato, soprattutto tra i giovani - premette il presidente dell’Ordine degli avvocati di Bari Giovanni Stefanì -. Le cause sono molteplici: dalla crisi generale della giurisdizione alla consapevolezza di essere di fronte a un mercato ormai saturo: ci sono sempre più avvocati che guadagnano sempre meno. Ad aggravare la posizione dei giovani che si affacciano a questa professione l’introduzione, dal 2012, dell’obbligo di iscrizione alla Cassa forense che prevede una contribuzione alta e difficile da sostenere per chi è ancora alle prime armi. Per arginare questa crisi le massime rappresentanze dell’avvocatura stanno ponendo in essere una riforma della professione forense che abbraccia molteplici aspetti, dal percorso universitario fino alla revisione dei livelli di remunerazione».
«I giovani avvocati sono ben lontani da standard economici dignitosi - commenta l’avvocato Daniela Teresa Santamato, presidente della sezione barese dell’Associazione italiana giovani avvocati - soprattutto a causa degli onerosi adempimenti previsti per la Cassa Forense, a causa dell’abbattimento dei minimi tariffari e anche per le convenzioni applicate da molte società che prevedono onorari al di sotto l’equo compenso. A soffrirne, sono in particolare le donne». In questo contesto, va riformato anche l’accesso alla professione. «Allo studio dell’Aiga - aggiunge l’avvocato Santamato - c’è una proposta che prevede un percorso formativo più stringente e un esame più snello, con meno prove scritte e che sostanzialmente certifichi il percorso svolto sino a quel momento».

Ma torniamo ai banchi della Fiera del Levante un tempo affollatissimi e ora sempre più vuoti, dove i candidati si cimenteranno oggi con la redazione di un parere di diritto civile. Domani sarà la volta del parere in diritto penale. Giovedì, ultimo giorno della prova, chi vuole indossare la toga dovrà redigere un atto a scelta tra diritto civile, penale e amministrativo commissionato da un potenziale cliente. I candidati anche quest’anno possono consultare i codici annotati con la giurisprudenza in deroga alla norma che da tre anni ha solo sulla carta eliminato questa previsione. Dal momento in cui saranno lette le tracce, gli aspiranti legali avranno a disposizione sette ore per svolgere la prova da affrontare con la massima serenità.
«Anzitutto auguro in bocca al lupo a tutti i candidati - conclude l’avvocato Capone -. Calma e concentrazione aiutano a trovare la soluzione al quesito giuridico. Siate fluidi nella scrittura e non dispersivi», conclude il presidente della Commissione esaminatrice.

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