E proroga sia. La Soprintendenza, con una nota scritta a firma del sovrintendente, l’architetto Francesco Canestrini, ha concesso una proroga per un periodo di 180 giorni, placando - al momento - la cosiddetta guerra dei gazebo. Ma attenzione: in questi sei mesi i ristoratori di Bari vecchia, gestori di locali, caffè e affini, dovranno lavorare a una proposta. Lo stesso Canestrini ha fatto sapere che gli esercenti hanno di tempo fino al 21 marzo 2020, per presentare una proposta di progettazione unitaria degli arredi esterni nelle occupazioni di suolo pubblico. Il dato importante, che rincuora gli operatori commerciali, è che durante il periodo di proroga, richiesta dall’amministrazione comunale con nota del sindaco, tutte le occupazioni in vigore non subiranno modifiche.
Nella nota, con cui si valida la proroga, la Sovrintendenza raccomanda che gli esercizi rispettino tutte le regole previste nel Regolamento tuttora in corso. Un decalogo ben chiaro che prevede, ad esempio, la rimozione di tutte le occupazioni accessorie di arredi non previsti negli atti di autorizzazione. Resterà invece sospeso unicamente l’obbligo di rimozione notturna degli arredi.
Soddisfatto il sindaco, sul quale si erano concentrate le pressioni degli esercenti. «Ringrazio il soprintendente Canestrini per la sensibilità manifestata sulla vicenda, accogliendo la richiesta di dare un ulteriore periodo di tempo ai nostri commercianti per proporre un progetto comune - commenta Antonio Decaro -. Come abbiamo spesso detto, si tratta di una vicenda complessa che richiama sia questioni di carattere urbanistico e architettonico sia questioni di carattere sociale che riguardano la città vecchia e di cui non possiamo non tener conto. Occorre fare uno sforzo collettivo ulteriore per migliorarne il decoro e il rispetto delle norme vigenti».
La partita, per certi versi, comincia adesso. Sei mesi per stabilire, in maniera condivisa, il modo migliore per continuare a dar vita alla simpatica movida barivecchiana, per rispettare la bellezza del quartiere nicolaiano, per non danneggiare economicamente i numerosi ristoratori. Un tema, quello del rispetto delle regole nell’industria del tempo libero e del divertimento, mai realmente risolto soprattutto dal punto di vista culturale. Sei mesi per comprendere quanto la città sia in grado di crescere.