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Bari, morti da roghi ex discarica: famiglie chiedono nuove indagini

 
Redazione online

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Morti da roghi ex discarica, avvocato: «Disastro enorme»

Discussa oggi l'opposizione alla richiesta di archiviazione sul caso, Gip La Battaglia si riserva

Mercoledì 26 Giugno 2019, 19:48

27 Giugno 2019, 15:21

Il gip del Tribunale di Bari Valeria La Battaglia si è riservata di decidere sulla opposizione alla richiesta di archiviazione dell’indagine sulla palazzina di via Archimede 16, nel quartiere Japigia di Bari, nella quale almeno 21 inquilini, dalla metà degli anni Novanta ad oggi, si sono ammalati, e molti di loro sono deceduti, di neoplasie rare che sarebbero state causate dai roghi di una ex discarica comunale vicina al condominio.

Questa mattina, nell’ex sezione distaccata di Bitonto, l'avvocato Michele Laforgia, che rappresenta il Comitato delle famiglia di via Archimede 16, ha chiesto al giudice che non archivi l’inchiesta e che, anzi, disponga indagini suppletive. "Ci sono morti e malattie che si stanno manifestando in questi giorni, almeno tre nuovi casi di neoplasie» ha detto il legale dopo l’udienza.
«I fatti sono vecchi ma i reati recentissimi e anzi rischiano di essere futuri, perché si tratta di tumori che hanno un periodo di incubazione anche di 30-40 anni e quindi i reati si stanno consumando tuttora». Il pm che ha coordinato le indagini, Baldo Pisani, assente oggi all’udienza, ha chiesto l'archiviazione ritenendo che sia trascorso troppo tempo per individuare i responsabili, i sindaci e i direttori Amiu del ventennio dal 1962 al 1988. Ma chi vive in quello stabile, ribattezzato 'la palazzina della mortè, ha ancora paura.

«Sarebbe assurdo - continua il legale - che in una regione come questa, devastata da problemi ambientali, proprio a Bari, dove abbiamo avuto e continuiamo ad avere una enorme emergenza ambientale correlata all’esposizione all’amianto della Fibronit, non ci fosse una indagine completa su una vicenda di questo tipo».
«Probabilmente - aggiunge - la questione non riguarda soltanto quella palazzina, ma l’intero quartiere nato a ridosso della discarica, non a caso un pezzo di periferia della città. Non è una vicenda su cui si può chiudere un fascicolo e metterlo in un archivio. Sarebbe davvero scandaloso se questo avvenisse».

IERI L'OPPOSIZIONE ALL'ARCHIVIAZIONE - «Chiediamo che si faccia luce, che l'indagine non venga archiviata e che si faccia una indagine epidemiologica più ampia, perché la questione non è circoscritta al civico 16, ma riguarda la tutela della salute pubblica dell’intero quartiere». Lo dichiara Licia Magliocchi, portavoce del Comitato delle famiglie di via Archimede 16, la palazzina nel quartiere Japigia di Bari nella quale 21 inquilini, dalla metà degli anni Novanta ad oggi si sono ammalati, e molti di loro sono deceduti, di neoplasie rare che sarebbero state causate dai roghi di una ex discarica comunale.

Domani, dinanzi al gip del Tribunale di Bari Valeria La Battaglia, nell’ex sezione distaccata di Bitonto, sarà discussa l'opposizione alla richiesta di archiviazione sul caso. All’udienza parteciperanno alcuni familiari di inquilini attualmente malati.
Secondo la Procura di Bari sono trascorsi troppi anni per perseguire penalmente i responsabili, i sindaci e i direttori Amiu del ventennio dal 1962 al 1988. Per questo il pm Baldo Pisani ha chiesto nei mesi scorsi l’archiviazione del procedimento. I familiari degli inquilini morti o in cura, però, riuniti in Comitato, hanno presentato opposizione tramite il loro legale, l’avvocato Michele Laforgia, chiedendo nuove indagini sulla base del fatto che i reati di omicidio e lesioni decorrono dal momento della morte o della insorgenza della patologia e che quindi non sono ancora prescritti. «Non possono archiviare - dice ancora Magliocchi -. Ci sono state altre diagnosi recenti e anche un decesso meno di un mese fa. Come si può ritenere il reato prescritto?».

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