Cosa non si fa per proteggere il proprio amico a quattro zampe, specie se si vive in una zona infestata da cinghiali. A detta di L. C., 65 anni, noto alle forze dell’ordine, è stato proprio per proteggere il suo adorato volpino che un bel giorno ha deciso di acquistare da due Rom un fucile a pompa calibro 12. Poi, però, sempre a suo dire, si sarebbe reso conto che non era in grado di usare l’arma. E a quel punto avrebbe deciso di metterla da parte. Sino all’irruzione da parte della Polizia che ha dato il via all’inchiesta.
Sta di fatto che l’immagine dell’uomo a spasso col volpino con il fucile sotto braccio con la canna tagliata artigianalmente pronto a intervenire in caso di necessità per difendere il suo volpino non ha convinto i magistrati. Sarà perché aveva con sé anche una pistola storica; perché gli sono state ritrovate 29 cartucce, la sua versione non è stata ritenuta credibile. Affatto. Di conseguenza, al termine dell’udienza di convalida dell’arresto in flagranza, il gip del Tribunale di Bari ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere. Poco credibile, insomma, che davvero si fosse procurato l’arma per difendere l’animale domestico dall’aggressione da parte di cinghiali che si aggirano, come noto, anche nelle campagne a ridosso del quartiere San Paolo.
Il fucile era avvolto in uno straccio a righe rosse e blu. La pistola in uno straccio bianco a righe rosse. Durante la perquisizione effettuata nell’abitazione di L. C., in passato coinvolto in inchieste per ricettazione e vendita di abbigliamento contraffatto, la Polizia ha trovato anche nove chili chili di tabacchi lavorati esteri. In tutto, 465 pacchetti di sigarette, di varie marche. Sul punto, durante l’interrogatorio, avrebbe ammesso la minima attività di contrabbando ma solo per arrotondare entrate piuttosto esigue.
L’uomo, assistito dall’avvocato Nicola Oberdan Laforgia, impugnerà il provvedimento innanzi al Tribunale del Riesame.