Notte prima degli esami … di maturità. Pensate anche voi al famosissimo tormentone di Antonello Venditti? Lo abbiamo fatto tutti, da quando, era il 1984, il cantautore romano ha messo in musica le emozioni e le sensazioni della notte prima degli esami. O da quando, era il 2006, il regista Fausto Brizzi lo ha anche fatto diventare il film-cult, che puntualmente – come anche quest’anno - la Rai ripropone nei giorni pre-maturità, sicura di fare share come in una gara di calcio.
Ma vi immaginate come sarà diversa invece questa “notte” prima dei Covid-esami? Cosa mancherà ai nostri figli o fratelli o cugini o amici domani (e correttamente non “da domani”) impegnati nella prova di maturità?
Diciamo che già la preparazione e l’approccio, l’avvicinamento alla data fatidica è stato diverso. Vogliamo mettere la gita scolastica di “quinta” negata dal Covid? C’è chi come me e i miei compagni di classe non la fecero per una organizzazione interna al nostro liceo, ma per molti è un ricordo indelebile.
Come indelebile è il pranzo (chi non lo ha fatto?) dei cento giorni? La abbuffata con tanto di scherzi finali e piccole vendette con i professori più ostici all’insegna della goliardia. Chi non lo ha fatto? I ragazzi della maturità 2020: hanno contato cento giorni e si sono ritrovati proprio in quei primi giorni di marzo con un presidente Conte che, in un sabato sera angosciante, ha annunciato e intimato il “Restate tutti a casa”. E fino a data da destinarsi. Quella sera tutti abbiamo intuito, e i ragazzi della maturità 2020 più di noi, che non si trattava di una festività di carnevale prolungata in quaresima, mas qualcosa di più. E così è stato.
GruppiNoi della maturità Anni 80 ci incontravamo per studiare nelle settimane prima dell’inizio, che all’epoca era sempre fissata ai primi giorni di luglio, mai prima. Si studiava insieme, a gruppi, ma spesso si finiva solo per fare lunghe chiacchierate, tra un esercizio ed un ripasso. Insomma, si arrivava alla Maturità dopo tanti step emotivi e cronologicamente stabiliti che il Codiv ha cancellato - rubato - ai maturandi del 2020.
In ogni caso stanotte sarà la “notte” prima dell’esame: già questa è l’altra novità. Prima gli esami erano al plurale. Si cominciava con le prove scritti – due prove, poi tre – e poi la prova orale. Di mezzo giorni di attesa e di stress e di studio, per chi più e per chi meno. Quindi: più di una notte prima degli esami.
Era una corsa contro il tempo che – per me e per altri come me – nel 1981 durò addirittura fino al 28 luglio, in piena calura, con tanti amici che erano già abbronzati e noi che non dovevamo - e potevamo - arrivare davanti ai prof con la tintarella, altrimenti era già un bigliettino da visita negativo. Pallidi era meglio, si diceva. I maturandi del 2020 non hanno nemmeno questa possibilità. Saranno pallidi e di fronte avranno un “plotone” di prof con le mascherine.
Un vantaggio (forse) l’avranno: non potranno cogliere e farsi condizionare dalle espressioni di soddisfazione o di contrarietà dei prof mentre ascoltano le loro risposte. Per alcuni può essere un vantaggio. Alla maniera della nostra società, sempre più fluida e veloce, sarà una prova cash and carry. Tutto in una botta sola, per chiudere la pratica “maturità”.
Anche l’arrivo a scuola sarà un po’ da film fantascientifico (non voglio terrorizzare nessuno citando “Dead man walking”, ma ci starebbe): prima gli operatori sanitari con il termometro per misurare la temperatura (meno male non i battiti cardiaci, altrimenti nessuno farebbe gli esami) poi dovranno percorrere un tragitto ben segnato a terra e ben definito, per arrivare nell’aula della “prova”. Qui siederanno su una sedia al centro della schiera dei prof. Non avranno fuori ad accompagnarli né ad attenderli amici o parenti (non sono permessi assembramenti) ma al massimo un solo “accompagnatore” o testimone.
CopiaEcco cosa avrà tolto a questi ragazzi il coronavirus: la possibilità di essere insieme agli altri in quei momenti, fino all’ultimo momento. La ricerca della copia, la preparazione (spesso inutile ma tranquillizzante) delle fisarmoniche con i temi già pronti, o la caccia al suggerimento giusto sui telefonini (ammettiamolo, così accadeva fino all’anno scorso). Avrà tolto anche l’uscita strategica al bagno. Questo avrà tolto il covid.
Però qualcosa non avrà potuto sottrarre agli “umani maturandi del 2020”: il “sentimento”, l’attesa, la tensione, l’emozione e non avrà tolto del tutto nemmeno la “notte prima degli esami”, quella che per Venditti era e è “di lacrime e preghiere”, ma che per molti invece – ammettiamolo – era quella trascorsa davanti al bar, fino a tarda ora, con gli amici di maturità, sorseggiando, come i “condannati a chissà cosa”, l’ultima birra. La ricordo bene: era una delle prime birre nere doppio malto, che, erano la “novità” delle serate estive di quell’anno, almeno nella nostra piccola Canosa.
Una notte che tutti ricordano, in un modo o nell’altro. E la ricorderanno anche i maturandi del 2020, se pure sarà stata condensata in una sola notte, nella quale non avranno avuto la possibilità di assembrarsi né assolutamente di abbracciarsi con i propri amici per rispettare quel distanziamento sociale necessario ma che, di sociale, ha ben poco. Sarà bello comunque, ragazzi, sarà indimenticabile comunque. In bocca la lupo, ragazzi della Covid-maturità 2020. E rispondete pure: in c… alla balena e al coronavirus. Quando ci vuole, ci vuole.