Sabato 06 Settembre 2025 | 17:58

Il futuro dovrà chiudere la fiera delle vanità

 
Fabrizio Nitti  

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Fabrizio Nitti  

Bari calcio ultrà curva

Avventurieri, mitomani, cacciatori di pubblicità, venditori di fumo. Qui a Bari, nel nuovo Bari che deve rinascere, nel Bari che sta per nascere, per voi non ci sarà posto.

Venerdì 20 Luglio 2018, 21:37

21:39

Avventurieri, mitomani, cacciatori di pubblicità, venditori di fumo. Qui a Bari, nel nuovo Bari che deve rinascere, nel Bari che sta per nascere, per voi non ci sarà posto. Non c’è posto. La catastrofica gestione Giancaspro, culminata nella mancata iscrizione alla B e nella futura liquidazione della società, sulla quale qualcuno dovrà pur fare luce, dovrà servire per ripartire con maggiore forza e soprattutto attenzione. In questi convulsi giorni in cui si mischiano delusione, voglia di riscatto (da applausi l’iniziativa di tanti tifosi che privatamente stanno tentando di raccogliere fondi) e anche paure, sul tavolo del sindaco sono piovute decine di richieste, solo qualcuna però davvero spendibile, l’equivalente della metà delle dita di una mano. In tanti vogliono ricominciare da Bari e dal Bari.

Perché il Bari fa gola a tutti, perché il Bari è l’ottava tifoseria d’Italia ed ha seguito in mezzo mondo, perché magari il Bari può essere l’affare. Ma il futuro dovrà chiudere questa inutile fiera delle vanità.
No, il Bari non deve essere il «vostro» affare, non la vostra passerella. Il Bari è un affare di una intera città. La palla è nelle mani di Antonio Decaro. È lui che dovrà scegliere a chi riaffidare il corso del calcio biancorosso. Serie D o serie C, servirà una società con basi solide, animata da uomini di calcio, con un conto corrente congruo. Un esempio? Modena. Precipitato in serie D, il club canarino si è già rimesso in piedi per vivare una stagione da protagonista in Quarta serie.

Il destino del Bari, ad ogni modo, non è ancora definito. E balla fra C e D. La città, la storia calcistica, il numero di tifosi al seguito non possono restare quadri appesi nel deserto. La Figc non può non tenere conto. Come affrontare, tanto per dirne una, il problema dell’alto numero di tifosi al seguito in trasferta? Vietandole? Punendo così ulteriormente una tifoseria già «punita» da Giancaspro? Il problema dell’ordine pubblico non potrà essere tenuto a bada proibendo ai baresi di stare vicino alla squadra del loro cuore ormai martoriato. Eppoi, rispetto anche a tante altre società, Bari vanta una storia che, eccezion fatta per le grandi del calcio, in poche possono contare. Una storia che lo sciacallaggio delle ultime settimane non può assolutamente cancellare.

La C non è un diritto divino, questo è chiaro. Ma servirà buon senso. Il primo passo, comunque, resta quello più importante: fondare una società che possa guardare al futuro con serenità. Serietà e programmazione. Tutto quanto, da queste parti, è mancato in questi ultimi due anni. Mancano pochi giorni, Bari poi avrà il suo nuovo inizio. Una sua nuova storia. Un suo nuovo calcio. Per lavare l’onta subita in queti terribili, caldi giorni di luglio.


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