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«Posso salvare
le palme pugliesi
dal punteruolo»

 
Annadelia Turi

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Annadelia Turi

ricercatore contro punteruolo rosso

Un giovane siriano ha fatto un’importante scoperta: utilizzando la corrente a bassa tensione si riesce a produrre un effetto che inibisce alla larva il desiderio di alimentarsi della parte sana della palma

Venerdì 01 Aprile 2016, 10:11

di ANNADELIA TURI

Le palme di Bari sono quasi tutte infettate dal punteruolo rosso. La situazione è molto grave. Persino quelle storiche della facoltà di Agraria sono state attaccate dal parassita. Tra un po’ toccherà fare la stessa fine anche a molte del lungomare.
parla il tecnico Samer Sermani, 38 anni, di origini siriane, della città nord occidentale Idlib, è laureato in Scienze agrarie. Ufficialmente oggi è un tecnico riparatore di computer. Dal ’97, in realtà, ha passato giorni e giorni sui libri per fare continue ricerche in ambito agrario. Dopo la laurea, ha proseguito gli studi conseguendo un master all’Istituto agronomico mediterraneo di Valenzano sull’analisi delle patologie delle piante e le relative cure, nell’ambito del progetto «integrated best management». Poi ha continuato con dottorato dedicato ai pericolosi funghi verticillium in grado di attaccare l’ulivo.
Ed è nell’ambito di questi studi che il giovane siriano ha fatto un’importante scoperta: utilizzando la corrente a bassa tensione si riesce a produrre un effetto che inibisce alla larva il desiderio di alimentarsi della parte sana della palma.
Un esperimento realizzato solo sulla carta? Assolutamente no spiega Samer.

«Io sono in grado di dimostrare in qualsiasi momento – dice - che è realtà ciò che affermo. Soprattutto nel momento in cui la pianta è già infettata. Perché il problema consiste nel fatto che è molto difficile fare prevenzione in questo ambito e quindi non si può stabilire con certezza quando l’insetto si è già insediato nella pianta. Purtroppo si scopre che la palma è stata attaccata solo quando le foglie della parte superiore sono già secche e quindi morte».

Pur non essendo il suo principale tema di studi, Samer ha continuato ad approfondire le ricerche. Del resto il punteruolo rosso costituisce una serie minaccia anche per le palme del suo Paese d’origine. Per questo non si è arreso.

DALL'INFORMATICA ALL'AGRICOLTURA - Grazie ad un professore e ad un tecnico che lo seguivano negli studi ha continuato a sperimentare, analizzare, giungendo ad una conclusione: un modo per salvare le palme, deve esserci. Per prima cosa ha escluso l’utilizzo dei pesticidi in quanto pericolosi per lo sviluppo dell’ambiente.
«A quel punto mi sono chiesto – perché non trasferire la mia esperienza del mondo dei computer in quello agricolo, ideando un sistema ad hoc per controllare le infezioni sulle palme in modo preventivo e curativo? Partendo da uno studio già effettuato in passato e che ha prodotto buoni risultati – spiega Samer - ho pensato di trovare la frequenza di una corrente a bassa tensione per inibire l’uso dei muscoli che consentono al punteruolo rosso di nutrirsi dei tessuti della pianta ed evitare nuovi attacchi da parte del parassita. E ha funzionato. Quando l’insetto avvertiva la frequenza della corrente cambiava direzione fino ad uscire dalla pianta o morire all’interno dell’albero».

IL DIETRO FRONT ALL'UNIVERSITA' - Insomma, sembrava che i sacrifici di Samer si stessero concretizzando con la registrazione del brevetto, grazie alla collaborazione dell’università, ma ad un certo punto è arrivata l’amara notizia: i docenti non sono più disponibili a sostenerlo nelle ricerche.
«Eppure ero certo – spiega Samer – che il progetto sarebbe andato in porto. Non posso pensare che si decida di mettere nel cassetto un brevetto che sia in grado di salvare le nostre palme. Il mio appello è rivolto alle istituzioni ma anche alle aziende private: sono disponibile ad illustrare a chiunque e subito i risultati della mia ricerca. Il mio desiderio è registrare il brevetto e costruire lo strumento per salvare le piante. Solo così potremo curare non solo le piante pugliesi ma soprattutto quelle del mio Paese».

IL PENSIERO ALLA SIRIA - Ripensando alla sua terra e ciò che sta vivendo in questi giorni, Samer non riesce a nascondere la commozione.
«Mio padre vive a Idlib, mia madre e mia sorella, invece, si sono trasferite a Damasco perché la situazione nella città in cui vive mio padre è preoccupante in particolare per mia sorella. A volte passo giorni interi senza sentire la mia famiglia – spiega Samer – con un’ansia che mi accompagna sin dal loro trasferimento. Soprattutto per mia sorella che lavora per il governo siriano. Cammina per strada senza velo e ho paura che qualcuno le faccia del male. Da qualche giorno – continua – sembra che a Damasco, come in altre città come Oms e Belmera, si respiri un clima più tranquillo grazie al controllo dei militari siriani aiutati dagli alleati russi. Non è solo una guerra religiosa – racconta il giovane - apparentemente sembra tutto ruoti intorno alla religione, in realtà c’è un insieme di interessi economici, politici e ideologici a spingere lo Stato del Califfato ad uccidere».

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