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Pierdavide Carone: «Le mie Caramelle non vanno a Sanremo ma vincono sul web»

 
Nicola Morisco

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Nicola Morisco

Pierdavide Carone: «Le mie Caramelle non vanno a Sanremo ma vincono sul web»

Carone e i Dear Jack

Il cantautore tarantino sarà in tour insieme ai Dear Jack, presto arriveranno in Puglia

Martedì 29 Gennaio 2019, 09:18

«Caramelle» contro la pedofilia. Ad oggi su Youtube ha ottenuto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni, oltre ad essere programmato in radio e presente su tutte le piattaforme digitali. Si tratta del singolo Caramelle scritto e composto dal cantautore di Palagianello, (in provincia di Taranto), Pierdavide Carone (pubblicato da Artist First e prodotto da Federico Nardelli), con l’apporto dei Dear Jack (band finalista ad Amici nel 2014), canzone che affronta il delicato tema della pedofilia. Il brano è stato presentato alla 69ma edizione del festival di Sanremo, ma purtroppo non sarà in gara anche se ha ricevuto l’appoggio di tantissimi colleghi e personaggi del mondo dello spettacolo (Cristiana Capotondi, i Negramaro, Alessandra Amoroso, Biagio Antonacci, Elisa, Ermal Meta, Claudio Cecchetto, Gigi D’Alessio, Fedez, Roby Facchinetti, Giorgia, J-Ax, Max Biaggi, Jonathan, Bianca Atzei), nonché quello del Ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana che ha annunciato anche progetti in cantiere sull’argomento con il Ministero dell’Istruzione. L’auspicio, visto anche l’importante tema affrontato nella canzone, è che il direttore artistico di Sanremo Claudio Baglioni inviti Carone ad eseguire il brano sul palco dell’Ariston, per una maggiore sensibilizzazione sul tema della pedofilia.


Carone, com’è nata l’idea di affrontare il tema della pedofilia?
«In realtà non c’era un’idea precisa, anche perché quando scrivo ho sempre un canovaccio di partenza. Mi è capitato alcune volte di iniziare a scrivere una canzone e di non sapere dove andare a parare. È il caso di Caramelle, della quale avevo in testa un tema spensierato di un bambino di 10 anni che raccontava della sua famiglia, della scuola e dei suoi giochi. Poi, man mano che le parole scorrevano sul foglio, mi sono reso conto che il testo assumeva sempre più i contorni di una libera confessione di qualcosa che è venuta fuori nel ritornello, quindi una confessione di abuso».


Un testo arrivato inconsciamente?
«Probabilmente era nascosto nella mia mente per qualche strana ragione, anche se molto lontano da me perché non ho né esperienze dirette né indirette».


È dispiaciuto di non essere stato selezionato per Sanremo?
«Sì, anche se poi abbiamo canalizzato il dispiacere in una proposta positiva sfociata nella pubblicazione del singolo, che ha ottenuto un ottimo riscontro sia dal pubblico che dai colleghi che hanno appoggiato il brano».


La struttura della canzone ricorda un po’ quella di Ermal Meta «Vietato morire».
«Ermal è stato uno dei primi a spendere parole positive nei miei confronti, oltre a non aver notato anomalie nel pezzo. Andando indietro nel tempo ho scoperto che a livello inconscio mi sono copiato da solo: infatti la canzone ricorda Basta così, una mia composizione del 2012. Diciamo che a livello inconscio ho rivisto una canzone scritta sei anni prima».


Adesso che succede?
«È accaduto tutto in fretta, quindi io e i Dear Jack ci stiamo organizzando per realizzare un tour che toccherà anche la Puglia con due date (23 marzo alla Casa dell’Arte di Conversano e il 24 al Parco di Bellonuovo a Lecce, ndr)».

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