Sabato 06 Settembre 2025 | 16:36

Sanremo 2025, i Modà e la forza di tornare

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

NON TOCCARE Modà

Il leader «Kekko» Silvestre racconta la quinta volta al Festival della band. A giugno il concerto a San Siro: «Per noi sempre un punto d'arrivo»

Sabato 08 Febbraio 2025, 11:13

«Èl’ora del ritorno, è l’ora del coraggio». Sta in questo verso del brano in gara, Non ti dimentico, il senso della partecipazione dei Modà a Sanremo 2025, quinta volta in carriera: «La vita ci mette di fronte a situazioni più o meno belle - racconta alla Gazzetta Francesco «Kekko» Silvestre, leader della band - ma ritrovare la forza è il modo migliore per rinascere, andare alla ricerca di nuove emozioni, capire che era giusto che le cose andassero in un certo modo».

Due anni fa al Festival aveva raccontato con il brano Lasciami la lotta contro la depressione:  «Se ho sdoganato questo argomento in musica ne sono felice, parlarne è il primo passo per uscirne». Ma il 2025 vedrà i Modà totalmente protagonisti: il 14 febbraio esce l’album 8 Canzoni, il 12 giugno saranno in concerto allo stadio San Siro di Milano, per un nuovo abbraccio con il pubblico che segue da più di vent'anni la band con gli stessi componenti dell’esordio all’Ariston: «Eravamo in gara fra i Giovani e arrivammo ultimi - racconta Silvestre - ma ricordo quell’esperienza con grande rispetto. Non c’era la stessa attenzione che c’è oggi nei confronti degli emergenti, ma cantare su quel palco non era scontato. Poi non avevamo case discografiche alle spalle, abbiamo ricevuto batoste e sbagliato tanto, ma con il tempo impari a muoverti e ad affrontare le esperienze con i piedi per terra e la testa giusta».

Vent’anni fa quel Festival lo vinceva Francesco Renga con Angelo, e proprio lui sarà ospite dei Modà nella serata dei duetti: «Siamo amici da tanti anni, è una delle poche persone sincere nel mondo dello spettacolo. C’è sempre stata grande stima, e questa casualità del primo e ultimo posto ci è sembrata un’occasione curiosa. Ha detto: “Dai che ti faccio vincere la serata”, ma sarà dura! Però siamo contenti, proporremo un arrangiamento nuovo, barocco».

Del resto fra cantautori c’è intesa, e con una punta di orgoglio, Silvestre commenta il fatto di essere uno dei soli due Big in gara (l'altro è Brunori Sas) a firmare come unico autore il proprio brano: «Scrivo canzoni che hanno storie alle spalle. Forse è più difficile parlare di qualcosa quando ci lavorano tante persone diverse. Ma la voglia di ascoltare musica col cuore sta tornando». 

Ora, oltre Sanremo, c’è la quarta volta sul palco di San Siro: «Pochi big in Italia possono vantare la dimensione dello stadio come dimensione ideale, la nostra è certamente quella dei palazzetti - conclude - per quanto sia gratificante, quel concerto passa talmente velocemente che quasi non te ne rendi conto». Anche se oggi i tour negli stadi sono più sdoganati, specialmente fra i giovani: «Bisogna analizzare dei fattori - commenta - cosa fanno subito dopo San Siro? Cosa hanno fatto prima? Sono reali quei sold out o arrivano grazie ai biglietti omaggio? Che repertorio hanno, che tipo di spettacolo offrono? A volte è tutto poco sensato, si sfruttano i momenti e i periodi, ma a mio avviso bisogna arrivare pronti per un palco del genere. Io ancora oggi faccio fatica, rimane un enorme punto d’arrivo, per me che ho iniziato cantando nelle piazze. Non è un attacco ai giovani, è tutto un sistema che forse prima o poi esploderà, ma quei chilometri e la fatica fatta per arrivare lì, non te li regala nessuno».

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