LECCE - C’è un po’ di Puglia nel documentario «I am: Céline Dion», dedicato alla carriera della cantante canadese, al primo posto tra i più visti negli Stati Uniti su Amazon Prime Video, piattaforma su cui è disponibile dal 25 giugno scorso. Le musiche originali della colonna sonora sono infatti del violoncellista e compositore Redi Hasa, nato in Albania ma ormai di casa a Lecce, e sono racchiuse in un album che porta lo stesso nome del docufilm diretto da Irene Taylor.
Un nuovo traguardo per la straordinaria carriera del musicista che insieme al produttore Alberto Fabris, all’ingegnere del suono Rocco Nigro e a Ponderosa Music & Art ha dato vita a una soundtrack che accompagna le strazianti immagini della lotta di una delle interpeti più talentuose di tutti i tempi contro una terribile malattia, la sindrome della persona rigida. Una patologia molto rara (colpisce 1-2 persone su un milione), invisibile e incurabile, che attacca il sistema nervoso e fa in modo che i muscoli si ribellino al corpo, causando spasmi anche alla laringe, tanto che Céline Dion, che ci convive da 17 anni, in questo momento non può utilizzare al meglio quella voce straordinaria che l’ha fatta conoscere nel mondo e che - come lei stessa dichiara - «guidava la mia vita. Io semplicemente la seguivo».
«Con la mia musica ho voluto sempre creare delle immagini - racconta Redi Hasa alla «Gazzetta» - in questo caso mi sono basato sulle parole che Irene ci ha mandato, a cui dovevo dare voce. Buio, luce, dolore e gioia: sono entrato dentro ognuna di esse per raccontarla totalmente in musica. Parto da un suono per descrivere un universo interno che prende forma e diventa un quadro di colori. È stato un lavoro intenso e molto stimolante, una sfida comporre senza prima vedere il documentario o lavorare sulle scene. Sono rimasto libero di esprimere quello che avevo dentro di me e immaginare il racconto di Céline, mettendo al centro lei, la sua anima, la sua voce, il suo cuore».
Tra le tracce originali c’è il Main Theme, cosiddetto tema principale: «È stato il primo brano composto, in cui la voce di Céline è stata fondamentale. Il tema in questo caso veniva cantato dal suono del cello, immaginando come lo avrebbe cantato lei, con i suoi acuti così vitali e colorati, e una linea di armonici che si gira intorno alla voce principale. Ho voluto un suono acustico ma allo stesso tempo elettronico. E mi fa piacere citare tutti i musicisti che hanno contribuito: Ekland Hasa - pianoforte, Cristian Musio - viola e violino, Federico Mecozzi - viola e violino, Marco Puzzello - tromba, Vito De Lorenzi - percussioni, Rocco Nigro - fisarmonica». [bia.chi.]