«La vita non uccide», il futuro di Lil Jolie dopo «Amici»: «Non vorrei mai entrare in una playlist solo perché sono donna»

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Bianca Chiriatti

«La vita non uccide», il futuro di Lil Jolie dopo «Amici»: «Non vorrei mai entrare in una playlist solo perché sono donna»

La cantautrice, oggi a Casamassima per il firmacopie dell'EP, si racconta: «Leggo tutte le critiche, soffro se pensano che sia antipatica. Sogno di cantare all'Arena di Verona»

Mercoledì 22 Maggio 2024, 09:00

BARI - «Sono emozionata, felice, non so cosa aspettarmi, ho dentro ansia mista ad adrenalina»: così parla Lil Jolie, Angela Ciancio, cantautrice classe 2000 tra i protagonisti dell'edizione di «Amici» appena conclusa. Determinata, timida ed elegante, originaria di Caserta e milanese di adozione, uscita dal programma di Maria De Filippi ha pubblicato l'EP «La vita non uccide» (Bmg), una serie di brani scritti da lei, prima e dopo l'esperienza televisiva, e alcune «incursioni», tra cui la penna di Madame che firma il singolo «Kiss me». È partito ieri anche l'instore tour, che porterà Lil Jolie in giro in tutta Italia per presentare il suo lavoro e incontrare i fan: oggi pomeriggio, 22 maggio, sarà al Parco Commerciale di Casamassima (Ba) dalle 18 (tutto il calendario aggiornato è disponibile alla fine dell'articolo). La «Gazzetta» l'ha incontrata per scoprire qualche retroscena.

Uscita da Amici qual è stata la prima sensazione?

«Ci ho messo un po' di tempo per connettermi con il mondo. Ho cercato di stare quanto più possibile insieme ai miei amici, per ricordare, riassaporare certe cose. Sicuramente mi sento cresciuta, artisticamente e personalmente, ho imparato a stare da sola, una cosa che prima mi riusciva difficile. Ho sempre avuto bisogno di rifugiarmi nelle persone che amo, quando la mia coinquilina, che era anche la mia migliore amica, non era a Milano, cercavo sempre di andare a dormire da altri. Ora invece ho capito che mi basto anche da sola».

«La vita non uccide»: un titolo forte

«È un brano che ho scritto prima di entrare ad Amici. Stavo passando un periodo in cui non mi sentivo pienamente connessa, mi sembrava tutto difficile, vivevo male. Poi è scattata qualcosa, mi sono detta che la vita è bellissima e non ci può togliere le cose belle, le emozioni. Portarla in giro mi ricorda quei momenti».

Lei è donna e nel disco ci sono firme femminili: questa unione la sente come un valore aggiunto?

«Sono felice ed è anche ora che questa situazione si sblocchi. Nella musica non conta il genere, non si parla più di uomo o donna, se una persona vale, vale e basta. Sono contraria a questo tipo di distinzioni. Non vorrei mai entrare in una playlist perché sono donna. Vedo cose in giro che mi fanno rabbrividire».

E invece nelle sue di playlist, cosa troviamo?

«Un po' di tutto. Quello che mi ispira di più è il cantautorato italiano del passato. Ma a livello di produzioni mi rifaccio al sound dell'indie francese, elettropop. Ascolto poca roba americana, anche se in Italia c'è questa tendenza. In realtà dall'America stanno cominciando a guardare tanto l'Europa, forse siamo noi a non accorgercene».

Torniamo ad «Amici». Lei è stata una protagonista abbastanza rilevante nelle dinamiche della scuola, a volta anche discussa. Legge le critiche sui social?

«Leggo tutto, specialmente su Twitter, il mio social preferito. Quello che mi ha colpito di più è vedere quanto alcune persone non abbiano capito chi sono veramente. Pensano sia antipatica, che sto sulle mie, perché si è visto più il mio lato chiuso rispetto a quello istrionico. Ovviamente non vale per tutti, né si può piacere a tutti. A livello musicale, però, posso capirlo, ma quando c'è l'attacco personale si soffre. Vorrei dire: "Venite a prendervi un caffè con me, che vi faccio conoscere chi è Angela"».

La scuola è sicuramente un trampolino di lancio, ma ora tocca a lei. Dove le piacerebbe arrivare?

«Il sogno è continuare a vivere di musica e farlo per tutta la vita. Per ora parto immaginando un concerto dove la gente canta le mie canzoni e io suono live con la mia band. Poi se posso spingermi a sognare in grande, penso all'Arena di Verona. Sognare si può, no?».