Oggi e domani al Palaflorio di Bari. Fra Tanta voglia di lei e Pensiero, proseguendo con Chi fermerà la musica e Amici per sempre, più di cinquant’anni, passando dallo stadio delle Vittorie al San Nicola. Ma prima ancora dal Petruzzelli, per entrare nella storia: primo concerto in assoluto con un’orchestra quel sabato 2 dicembre 1972. Da queste parti ancora qualcuno lo ricorda. Nell’aria un definitivo cambio della guardia: come in un film, Riccardo Fogli, bassista, ai titoli di coda, Red Canzian a quelli di testa. Da allora nulla è più cambiato all’interno dei Pooh, la formazione più longeva e amata della musica italiana. Con Roby Facchinetti alle tastiere e Dodi Battaglia alla chitarra. Completava il quartetto il compianto Stefano D’Orazio alla batteria. A sette anni di distanza dal loro ultimo tour, i Pooh tornano con «Amici per sempre live 2023». Sfiorano le nozze di diamante, tornano con Fogli. Con loro, sul palco, anche Phil Mer (batteria) e Danilo Ballo (tastiere).
Canzian, Puglia, la prima reazione.
«Sorrido, è più forte di me – dice il bassista – amo questa terra; per dirne una: Bea, mia moglie, altoatesina, per il nostro viaggio di nozze ha voluto che venissimo anche in Puglia. Quest’estate, poi, dieci giorni di relax assoluto? Savelletri…».
La seconda?
«L’emozione dei colori, l’armonia, le pietre bianche, i paesaggi e i borghi, i trulli: se vai sul Lungomare di Bari o su quello di Taranto, a Gallipoli, resti affascinato dal blu del mare che si intreccia con il bianco della pietra. Trovo che questa sia una terra baciata da Dio, lunga e stretta, cambia dal suo nord a sud: il Gargano al nord, il Salento al sud, due mondi diversi».
Starsene lontani sette anni, ai Pooh che effetto ha fatto?
«Ci siamo ritrovati meglio di come ci eravamo lasciati – spiega Canzian – e con la grande voglia di tornare insieme, di capirci, anche grazie al fatto che, forse, avevamo scaricato cinquant’anni di lavoro, tensioni, preoccupazioni, avendo quattro caratteri da far combaciare: poi ci sono cose nella vita che ti fanno capire che i problemi sono altri; quando ti lascia uno come Stefano, anima pulsante della squadra, allora ti rendi conto che certe cose possono essere rilette, riviste, rifatte. Ed eccoci qua. Dopo un’altra serie di impegni ci fermiamo, ma non attacchiamo con un altro tour. Stiamo pensando, piuttosto, a come festeggiare i sessant’anni, quello sì, ma una cosa per volta…».
Un concerto pugliese dei Pooh rimasto storico.
«Estate ’79, Taranto, campo sportivo Mazzola – ricorda Battaglia – durante il concerto venne giù il diluvio, fuggi-fuggi generale e “live” recuperato il giorno successivo, con ingresso libero: la cosa buffa è che nonostante l’accesso fosse gratuito, i “portoghesi” del giorno prima, già che c’erano, scavalcarono daccapo con tanto di fune le mura di cinta del campo sportivo».
Battaglia, quando viene da queste parti a cosa pensa?
«Il gemellaggio che la mia Emilia-Romagna ha con la Puglia: intanto perché nella mia terra ci sono un sacco di pugliesi che studiano, lavorano, hanno messo su famiglia; poi, in questo interscambio, molti artisti emiliani – fra questi mi ci metto io, mio “fratello” Vasco… – hanno intrecciato vere liason con questo territorio: io con Bitonto, Rossi con Castellaneta Marina e via discorrendo. Non andiamo mai via dalla Puglia senza l’immancabile “souvenir”, quel paio di chiletti che nascondiamo sotto la maglietta, perché qui si mangia così bene…».
Nel lontano ’66 avreste mai immaginato che nel 2023 teatri e stadi sarebbero stati ancora pieni?
«La cosa che ci fa sorridere, oggi – dice Facchinetti, orgoglioso – è che siamo in classifica con Parsifal, un album di cinquant’anni fa: non è successo nemmeno a gente del calibro di Barbra Streisand, Rolling Stones, Frank Sinatra; forse è accaduto ai Pink Floyd, ora che ci penso, con una riedizione di The dark side of the moon…».
Tolte le canzoni-manifesto. Un titolo fra gli altri.
«In questo tour avevamo messo insieme canzoni per quattro ore e mezza – conclude il tastierista – ma tenere il pubblico lì per tutto quel tempo diventava un “sequestro di persona”; alla fine cantiamo per tre ore, non immaginate il dolore nel selezionare i brani: quindici, venti successi purtroppo sono rimasti a casa, fra questi Per te qualcosa ancora, Pronto buongiorno è la sveglia, Dove sto domani. Un titolo fra gli altri? Da autore: Parsifal, cinquant’anni portati alla grande, poi La donna del mio amico, una delle perle di Stefano, che insieme a Valerio Negrini, l’altro indimenticato autore dei Pooh, riusciva a parlare dello stesso argomento, l’amore, sempre da angolazioni diverse».
Alla domanda «qual è la canzone più bella che avete scritto?», un tempo rispondevate: «quella che scriveremo». Facchinetti, oggi cosa risponde?
«Ci penserò domani, si può dire?».