La canzone che hanno portato all’ultimo Festival di Sanremo, «Lasciami», racconta senza filtri la lotta di Francesco «Kekko» Silvestre contro la depressione. Il successo è stato evidente, e da quel giorno i Modà non si sono più fermati, sono partiti per un tour nei teatri di tutta Italia collezionando un sold out dietro l'altro e sono pronti a passare anche da Bari con ben tre tappe, il 13 (data sold out), il 14 e il 17 maggio 2023 al TeatroTeam (i pochi biglietti ancora disponibili sono in vendita su TicketOne).
Una svolta rispetto al passato in quanto in questo giro di live il gruppo è accompagnato dall'orchestra, per festeggiare i vent'anni di carriera e il decimo anniversario dell'album «Gioia», cinque volte disco di platino e pietra miliare del loro percorso. Abbiamo intercettato Silvestre per raccogliere un po' di sensazioni su questa tournée, che dopo una serie di date estive nei più importanti festival del Paese si concluderà il 28 settembre all'Arena di Verona.
Oltre quaranta date, molte da tutto esaurito: come si vive un tale successo?
«Siamo molto contenti, la gente sta apprezzando moltissimo l'atmosfera, completamente diversa da quella dei palazzetti o degli stadi. Questo tour è accompagnato da tante parole, da un lato umano fatto di aneddoti e storie che si alternano alla musica, e l'orchestra rende il tutto più magico».
Quindi sul palco vi lasciate andare a confidenze, cosa raccontate?
«C'è tanto interesse e curiosità da parte dei fan, perché di molte cose non abbiamo mai parlato pubblicamente. Idee sulla nascita di alcuni brani, racconti della mia infanzia e vita privata, gli spettatori sono seduti comodamente in poltrona e si lasciano coccolare, poi chiaramente la musica prevale ma per noi è importante farci conoscere un po' di più».
Per suonare con l’orchestra avete dovuto lavorare parecchio sui brani?
«C'è stato grande impegno per ammorbidire i suoni, riarrangiare le canzoni e valorizzarne la parte sinfonica, i pezzi cambiano molto ma l'ascolto è limpidissimo, e poi l'impatto emotivo che porta l'orchestra è impagabile».
L’esperienza di Sanremo per lei in particolare è stata molto positiva, per raccontare la sua battaglia contro la depressione. Cosa è cambiato da lì in poi?
«Molto dal punto di vista mentale, per me già fare un tour così lungo significa vincere una sfida con me stesso. Ero stato lontano dal palco, per paura, oggi riabbraccio i miei fan con la testa più leggera, cercando di fare tutto quello che avevo evitato negli ultimi anni. È stato un incoraggiamento continuo. E poi la mia famiglia mi è stata vicino ogni giorno, mi ha fatto sentire sempre un “numero uno” anche nei momenti più bui».
E secondo lei questo mettersi così a nudo ha contribuito un po’ a «scardinare» qualche pregiudizio sui Modà?
«Decisamente. Per tanto tempo si diceva facessimo solo musica per ragazzini, quando invece parlavamo di quotidianità, in maniera semplice. Dopo Sanremo tante persone si sono avvicinate per scoprire l'universo dietro alla band, anche chi non ci aveva mai seguito. Mostrare le mie fragilità è stato un modo per confrontarmi con persone che soffrono e scoperchiare un qualcosa di molto diffuso di cui si parla ancora troppo poco. È un messaggio forte, ma è stato fondamentale, e non solo per noi».
Dopo tante fatiche riuscirà a godersi un po' di vacanze, magari nella nostra Puglia?
«Devo essere sincero: da queste parti ho suonato tante volte, sono stato tra un concerto e l'altro a Polignano, a Ostuni, a Santa Maria di Leuca, ma non ho mai avuto modo di fare una vera vacanza soprattutto in estate. Recupererò sicuramente».