Venerdì 10 Ottobre 2025 | 14:59

Taranto, nell'inferno del Cep 10 mesi dopo le denunce: cittadini ancora in attesa

 
Valentina Castellaneta

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Valentina Castellaneta

I residenti di via Lago di Monticchio si sentono abbandonati, rassegnati ad avvallamenti nei marciapiedi, lampioni rotti, umidità che sale dalle cantine, topi, blatte

Venerdì 10 Ottobre 2025, 10:02

Arturo Camerino ha un buco nel pavimento nell’ingresso di casa che ha coperto con due mattonelle. Per accedere alle camere deve passare rasente al muro e vive in questa situazione da 10 anni. Lui è uno dei residenti delle case popolari della Salinella e racconta che, nonostante le mille chiamate, non è cambiato niente.

A gennaio scorso i cittadini avevano denunciato alla Gazzetta una situazione invivibile e nonostante le promesse di Arca Jonica, ente gestore delle case popolari, la situazione è rimasta invariata. I residenti di via Lago di Monticchio si sentono abbandonati, rassegnati ad avvallamenti nei marciapiedi, lampioni rotti, umidità che sale dalle cantine, topi, blatte e perfino ai muri ingrossati e pieni di crepe.

«All’Arca Jonica – dice Arturo – al Comune in via Pitagora, conoscono perfettamente la situazione perché vado continuamente a denunciare». Nella palazzina O, come in tante altre, l’acqua della Salina risale, mangiando le pareti. Un problema che al primo piano della palazzina ha bucato il pavimento della casa di Arturo. Qualche anno fa Arca era intervenuta puntellando la cantina, ma non è servito a molto. «Abbiamo paura che l’edificio crolli – racconta preoccupato – il problema non è solo la cantina, ma anche il sottotetto. Questa è l’unica palazzina a non essere mai stata toccata. Non hanno mai fatto un intervento di rifacimento». L’umidità è entrata dalle grondaie e i residenti sono preoccupati per le crepe.

«Il problema – reclama la signora Angela Durelli, del secondo piano - sono anche i topi e gli scarafaggi. Quando piove qui si allaga tutto e li vedi che scappano. Tempo fa, per arieggiare la cantina dall’umidità hanno fatto dei fori, ma è stato peggio, perché da allora siamo invasi dagli scarafaggi».

Katia Bellacicco abita poco distante. Sul suo edificio il numero civico è stato scritto con la bomboletta accanto al portone. A gennaio aveva raccontato alla Gazzetta che quasi 4 anni fa, per un lavoro alla fognatura dell’edificio accanto, era stato aperto lo sportello d’ispezione nel vano scale, mai richiuso, da cui passano topi, blatte e soprattutto un cattivo odore acre e persistente, che risale anche dagli scarichi dei sanitari e lavandini. La cisterna e la motopompa sono state spostate e nessuno le ha ancora rimesse a posto. I residenti sono preoccupati perché non possono chiudere il portone e non si sentono al sicuro. All’esterno, alle spalle del palazzo, un anno fa un altro sportello era stato rimosso, ma i lavori non sono mai terminati, il buco è stato coperto con una tavola di legno e sigillato con il cellophane.

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