Presicce Acquarica - Finisce sotto sequestro una cava di 100mila metri quadrati. I sigilli sono stati apposti questa mattina dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce su disposizione del giudice delle indagini preliminari del Tribunale leccese.
Due gli imprenditori denunciati, di 62 e 71 anni, di Taurisano, gestori della ditta che si occupava della attività estrattiva. Il legale rappresentante della ditta è accusato di aver esercitato «in mancanza della prescritta autorizzazione, attività di estrazione e coltivazione di cava in area sottoposta a vincolo paesaggistica, alterando le bellezze naturali dei luoghi». Altra ipotesi di reato è quella di avere «depositato, in mancanza di autorizzazioni e in modo incontrollato, rifiuti speciali non pericolosi provenienti dall'attività di demolizione e costruzione su un terreno di proprietà» di un parente.
Il provvedimento è stato emesso dopo le attività ispettive dei carabinieri del Noe che più volte ha eseguito sopralluoghi in quella cava. Uno in particolare, in data 11 marzo 2021, sulla cava vasta quanto 10 campi da calcio, «che veniva coltivata senza alcun titolo autorizzativo ed in violazione di numerose norme dettate dalla specifica normativa di settore, nazionale e regionale».
La Procura, sposando l'attività investigativa del Noe, contesta il reato di «inquinamento ambientale» attribuito ai gestori della cava «per aver abusivamente cagionato una compromissione ed un deterioramento significativi e misurabili del suolo effettuando escavazioni in profondità, rispetto al piano di calpestio, asportando migliaia di metri cubi di materiale litoide».
Oltre all’area in questione sono state sequestrate anche 13 macchine utilizzate per le operazioni di scavo. Si tratta di muletti, macchine escavatrici e di frammentazione del materiale estratto. Il valore del sequestro è stato quantificato in oltre un milione e mezzo di euro.