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I pugliesi di Inghilterra: «Ecco chi era la nostra Elisabetta»

 
Isabella Maselli e Luca Natile

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Isabella Maselli e Luca Natile

Nella sola circoscrizione di Londra sono più di 16mila

Domenica 11 Settembre 2022, 13:43

«Icona pop» è la definizione ricorrente nelle parole commosse di chi, dalla Puglia al Regno Unito, ricorda Elisabetta II, «la nostra Regina», «la mamma e la nonna di tutta la nazione britannica». Una comunità numerosa quella dei pugliesi che vivono in Gran Bretagna (più di 16mila nella sola circoscrizione di Londra), che ha sempre visto nella Regina il simbolo di quella nazione.

«Quando siamo arrivati a Londra siamo stati attratti anche dall’idea pop di questo Paese, di cui la Regina era icona. Ora avvertiamo un senso di vuoto» dice Marco Mazzilli, architetto barese 42enne che vive e lavora nella capitale britannica con la moglie Gabriella.
«Ero in studio quando è arrivata la notizia - racconta - ma già da ore tutti i giornalisti erano vestiti a lutto. La cosa che mi ha molto impressionato, il giorno dopo, è stato girare per la città e vedere che tutti i cartelloni pubblicitari, sui bus e alle fermate, erano stati sostituiti con l’immagine della Regina. È un’era che finisce - continua Marco, che un anno fa ha giurato per la cittadinanza proprio davanti alla fotografia di Elisabetta II - ma sono ottimista, perché re Carlo forse potrà portare qualcosa di fresco, anche grazie alle sue idee progressiste sulle politiche ambientali».

Annamaria Perchiazzi, 54 anni, a Londra da 25, lavora come engage manager: «La ricordo come una Regina a colori: azzurro, verde, giallo e il suo senso del dovere». La sua morte la fa tornare con la mente a quella della principessa Diana. «Era l’anno dopo il mio arrivo a Londra - racconta - e ricordo le foto impresse nella memoria collettiva di tutti. Buckingham Palace era inondata da fiori e messaggi». Quello fu un evento straordinario, ma la morte di Elisabetta II è epocale, «è un pezzo di storia che è andato via» dice Angelo Iacobellis, 43 anni, capo cameriere in un ristorante argentino. Lui era allo stadio del West Ham per vedere la partita di Conference League quando è arrivata la notizia della morte della Regina. «La partita non era ancora iniziata, lo stadio era pieno - racconta - quando all’improvviso sui maxi schermi è comparsa la frase “Her Majesty The Queen. 1926-2022”. Poi c’è stato il minuto di silenzio ed è stato intonato “God save the Queen”. È stato molto emozionante. Mia figlia, che è nata qui, non ha ancora il passaporto italiano, è british. Anche per questo andremo a rendere omaggio alla Regina a Buckingham Palace, per far vivere a nostra figlia un momento che rimarrà nella storia».

Francesca Elefante, 30 anni, di Putignano, lavora a Londra come product manager per una società di software finanziari. Giovedì era in casa: «Tutti i programmi della Bbc sono stati interrotti e il presentatore Huw Edwards, commosso, ha dato la notizia della morte di Elisabetta, ripetendo le informazioni due volte. Ho guardato fuori dalla finestra. Londra ha smesso improvvisamente di respirare. Come per moltissimi altri italiani la regina è stata un’icona pop. Una figura positiva per noi “non inglesi” preoccupati dalla Brexit. Matt, il mio fidanzato, forse rimarrà a casa ma io e i miei amici parteciperemo ai funerali per diventare testimoni della storia».

Livio Capurso è un 32enne Commercial & Business Insight per la sede londinese di Johnson&Johnson. «Le ore poco prima dell’annuncio ufficiale - dice - la nazione si è completamente fermata, è stato un susseguirsi di emozioni. Poi le piazze più importanti hanno iniziato a riempirsi di gente, come quando muore un Papa. In Inghilterra sono tutti molto legati alla figura della Regina, anche perché è stata in grado di attraversare sette decadi, in cui non sono mancati scandali, ma lei è sempre stata un punto di riferimento anche carismatico».

E poi c’è chi la morte della «sua» Regina l’ha vissuta lontana da casa. Come Catriona Isobel Macleod, 36enne di origini scozzesi che dal 2010 vive a Modugno, dove dirige una scuola di inglese. «Sono rimasta scioccata - dice - si sapeva che non stava bene, ma è stato tutto così veloce, solo due giorni prima aveva nominato la nuova premier. Io ero al parco con i miei due figli e ho iniziato a piangere. Elisabetta II era una donna incredibile, un simbolo del Regno Unito, un punto di riferimento come donna, madre, nonna. E poi era sempre così ordinata, con la borsa e i cappelli, perfetta. Conserverò le ultime sterline con il suo volto come ricordo speciale». Catriona non riuscirà a partecipare ai funerali, ma conta di andare a Londra per l’incoronazione di Carlo III. «Sarà un momento storico - dice - e poi sono convinta che sarà un buon Re, più forte di quanto pensiamo».

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