Sabato 06 Settembre 2025 | 17:00

Carnevale festa monca: in Puglia e Basilicata eventi ridotti o rimandati

 
Redazione

Reporter:

Redazione

Da Putignano a Massafra a Tricarico, viaggio nei luoghi di questo carnevale che «non s'ha da fare»

Martedì 01 Marzo 2022, 12:12

CARNEVALE FESTA MONCA TRA GUERRA E VIRUS (di Maristella Massari) - Una festa monca. A cui fa difetto ormai sia la festa in sé, che il presupposto alla base di essa: la voglia di festeggiare. Carnevale da due anni è «tra color che sono sospesi». Prima la pandemia, poi il lockdown e ora la guerra alle porte dell’Europa. Un terno secco devastante giocato sulla ruota delle nostre vite e capace di fiaccare qualunque anelito di caciara.

Il suo arrivo sul calendario, per i tempi che corrono, non ci tocca più di tanto. Sappiamo che c’è, ma celebrarlo non ci interessa più. Sentito soprattutto nelle città in cui forte resta la tradizione della cartapesta e dei carristi, con due mirabili esempi di eccellenza artigiana «made in Puglia» come Massafra e Putignano, per il resto Carnevale è, tra sacro e profano, una rito cui adempiere per le famiglie giovani con bimbi piccoli e per i cristiani praticanti. Un po’ come accade per tutte le feste ereditate o prese in prestito dalla paganità. Le origini delle tradizioni legate al Carnevale sono intrise di valori cristiani ma strettamente connesse al nostro granitico substrato pagano greco-romano. Qui si parla della venuta del solstizio invernale in onore di Saturno, dio dei campi e delle sementi, cerimonia che era vissuta con esaltazione, danze, maschere, abbandono o rovesciamento degli obblighi sociali e riti dionisiaci. A Roma era la festa più importante dell’anno, in cui ogni schiavo diveniva re e il potere e la legge venivano aboliti. Un po’, estremizzando, come il nostro vissuto quotidiano...

Abolite o quasi feste in casa, party nei locali, rimandate all’estate le sfilate con i carri, restano le maschere. Ma trovare quella giusta che fa pendant con le «ffp2» nei luoghi chiusi, non è cosa da poco conto. E poi di maschere nelle nostre vite frenetiche ne indossiamo innumerevoli ogni giorno, come ci ammoniva il Nobel Pirandello. Ci manca solo doversi scegliere pure quella per il Carnevale!

PUTIGNANO FA DIETRO FRONT (di Patrizio Pulvento) - Il funerale di un altro Carnevale che è venuto a mancare? Niente coriandoli e maestosi carri allegorici e, se le voci sono confermate, niente sfilate neppure in estate

Poche manifestazioni “collaterali” proposte quasi prevalentemente in forma virtuale (via web), tra arte di strada, laboratori per bambini, riti tradizionali e un pò di nostalgia hanno caratterizzato l’ultimo weekend del Carnevale di Putignano alla quale la città ha rinunciato, per il secondo anno consecutivo, in ossequio alle restrizioni pandemiche. Neppure l’Accademia delle Corna nel consueto rito del giovedì grasso è riuscito ad incontrare il gran cornuto dell’anno.

I tradizionali riti dell’estrema unzione della “Dei D’Mìnz” (giorno di mezzo tra la domenica e il martedì grasso), questa sera andrà in scena il Funerale del Carnevale. La sera del martedì grasso infatti, una processione funeraria tra le vie della città a seguito del “caro estinto”, rappresentato da un maiale in cartapesta simbolo del periodo di eccessi, segna il passaggio dalla baldoria al clima di austerità e quaresima ormai alle porte. Tutto avrà fine alle ore 22.30 su Corso Umberto I, quando il funerale sarà chiuso alla “bruciatura e lo spegnimento del fantoccio in cartapesta”.

Insomma un’edizione piuttosto scarna, ove si è assistito anche a qualche timida iniziativa reazionaria da parte di gruppi di maschere libere sopraffatte dalla nostalgia. Sentimento esacerbato una volta appresa la notizia che tanti altri carnevali pugliesi e italiani si sarebbero normalmente celebrati.

Per il secondo anno consecutivo la città di Putignano ha rinunciato al suo più importante attrattore turistico: il famoso carnevale con le sue grandi sfilate dei carri allegorici, dei festosi coriandoli e del clamore dei gruppi mascherati. Un rinuncia pesante non solo per le economie cittadine, che hanno visto sfumare un indotto economico stimato seppure in modo approssimativo, in circa 5milioni di euro, ma anche e soprattutto per gli operatori del settore e di tutta la filiera della cartapesta.

A poco è valsa la promessa, annunciata dall’ente organizzatore della manifestazione, la fondazione del Carnevale di Putignano a novembre scorso, di posporre i corsi mascherati alla prossima estate. Pur essendo già state individuate le date probabili tra il 24 giugno e il 3 luglio infatti, stando al alcune indiscrezioni trapelate in questi giorni, le famose sfilate con i giganti di cartapesta non si terranno neppure in estate.

Secondo tali indiscrezioni infatti, l’organizzazione propenderebbe per la realizzazione di installazioni in cartapesta da collocare in modo statico in luoghi simbolo della cittadina. Un po’ come già sperimentato l’anno scorso con le installazioni della mostra interattiva nel centro storico dedicata ai 700 anni dalla scomparsa di Dante. Una decisione che punterebbe a tagliare i costi della manifestazione ma che, se confermata, ancdrebbe a snaturare completamente il format del carnevale come li intendiamo oggi, alimentando di certo ulteriori polemiche. Notizie ufficiali in proposito però non si faranno attendere a lungo, poiché il prossimo mercoledì 9 marzo è prevista una conferenza stampa ad hoc della Fondazione del Carnevale in cui, oltre a fare un bilancio dell’edizione appena conclusa, saranno presentati nel dettaglio anche i propositi per quella estiva.

MASSAFRA, LA SFILATA SI FA A GIUGNO (di Debora Piccolo) - Il Carnevale di febbraio è con i carri in miniatura. Causa emergenza covid, l’edizione numero 69 della manifestazione di Massafra è stata rinviata a giugno. Per vedere sfilare i giganti di cartapesta occorrerà aspettare la bella stagione, ma in questi giorni il Palazzo della cultura ospita l’esposizione della versione in “scala” di sette dei maestosi carri che hanno animato nel tempo i corsi mascherati. Manufatti riprodotti anche nei movimenti, molto apprezzati dai visitatori, acquistati dal Comune per la loro successiva collocazione nel “Museo della cartapesta e del Carnevale storico” che l’amministrazione intende realizzare in futuro. E oggi, martedì grasso, saranno in mostra in piazza Vittorio Emanuele. A cittadini e commercianti, invece, il compito di riprodurre l’atmosfera carnascialesca in città con vetrine e balconi addobbati con maschere e stelle filanti, mentre in corso Roma la festa è in musica con il ritorno del “Gran Sconcerto Bandistico”. Un’anteprima, dunque, di quella che sarà la manifestazione estiva in programma nelle giornate di sabato 4 e 11 giugno. Domenica 5 e 12, invece, toccherà agli alunni delle scuole. Intanto, per scaldare i motori, nei giorni scorsi sono stati resi noti i bozzetti dei sette carri allegorici che parteciperanno al sessantanovesimo concorso, legato al tema “We are in Puglia”. Arte, storia, tradizione, prodotti tipici della buona tavola, personaggi di ieri e di oggi. Un collage delle ricchezze di Puglia riprodotto dai pennarelli dei maestri cartapestai. Dall’omaggio alla “terra delle gravine” e le leggende legate a maghi e masciàri, al grande mito del cinema muto Rodolfo Valentino. Passando dal cantante di Cellino San Marco Albano Carrisi, a mister record di incassi al botteghino Checco Zalone, per finire al governatore Michele Emiliano. Sullo sfondo, il paesaggio: ulivi secolari, trulli e monumenti. Soltanto novanta giorni all’alba e Massafra potrà riabbracciare il suo Carnevale senza confini, all’interno del quale «tutti sono protagonisti e nessuno spettatore».

TRICARICO NON RINUNCIA AL SUO RITO PASTORALE (di Carmela Formicola) - Intensamente simbolica, come sempre, la sfilata delle maschere, a Tricarico. Sacro ed erotico, doppio, ambiguo, liberatorio, il Carnevale tricaricese è tornato fragorosamente lungo le strade dopo i due anni di dolorosa assenza imposta dall’emergenza sanitaria. La lenta danza degli uomini e degli animali, il rituale pastorale, il mito, si sono mossi dinanzi a un pubblico ben più rado di un tempo, perché il freddo intenso e la minaccia di neve hanno prodotto numerose defezioni e la disdetta di alberghi e ristoranti già prenotati da giorni, come confermano gli operatori della zona.

Ma torniamo ai simboli. Non solo, dunque, la festosa sfilata dei mash’kr ha spazzato via la lunga paura generata dal Covid, il baccano dopo l’inquietante silenzio del 2020 e del 2021. In più, tra i caratteristici nastri colorati, quest’anno è spiccato il giallo e il blu, i colori dell’Ucraina, una testimonianza doverosa, un segno di solidarietà al popolo ucraino, l’idea che la prorompente energia carnascialesca riesca a spazzare via la morte.

«Abbiamo annodato i nastri gialli e blu alle corna, ai campanacci e gli uomini li hanno stretti intorno al braccio o alla gamba», spiega Rocco Stasi, vicepresidente della Pro Loco di Tricarico. In altri centri della Basilicata, le sfilate di domenica e quelle in programma oggi sono state viceversa cancellate, le comunità lucane hanno espresso anche così la propria vicinanza al popolo ucraino. A Tricarico l’appuntamento di domenica è stato invece riproposto nella speranza mitica di una rinascita dopo il caos. Questo d’altronde, il senso più profondo della festa che annuncia la primavera, cioè il risveglio.

Il Carnevale di Tricarico, d’altronde, è antico e ha risonanza nazionale. Stasi ricorda con tristezza gli ultimi due anni. «L’unica cosa alla quale non abbiamo mai rinunciato è stata la sveglia del 17 gennaio», il giorno di Sant’Antonio Abate (l’avvio dell’intero periodo che ha fine col martedì grasso): a Tricarico, alle 5 del mattino, i campanacci suonano a distesa. Rumore infinito nella notte che muore

E ora ci si prepara al raduno di giugno, quando le cosiddette maschere antropologiche in arrivo sulla collina materana dalle liturgie carnevalesche di mezza Europa, si propongono di raccontare un saturnale moderno e insperato, dopo il fiato sospeso della pandemia. La Pro Loco di Tricarico è già al lavoro: la scaramanzia del fare, del progettare a fronte dei tamburi di guerra che purtroppo continuano a battere. Ma tutti sperano che a giugno ci siano pace e un mondo migliore. A quel punto la festa dionisiaca sarà d’obbligo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)