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Bari, bazar abusivo di roba usata tra montagne di rifiuti dei traslochi: sequestri e denunce

 
Redazione online

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Diverse le violazioni riscontrate in materia  di Tutela ambientale. La polizia locale ha operato insieme anche a 4 militari dell’Arma dei carabinieri Forestali

Mercoledì 24 Giugno 2020, 08:25

BARI - Un'operazione è stata eseguita questa mattina dalla Polizia Locale di Bari in tema di lotta e repressione dei reati e violazioni in materia  di Tutela ambientale del territorio e in ambito urbanistico-edilizio. Sono stati impiegati 25 veicoli di servizio e una cinquantina di operatori della Polizia Locale di Bari. Hanno partecipato alle attività in territorio comunale anche 4 militari dell’Arma dei Carabinieri Forestali. 

Due le persone denunciate in concorso tra loro, per vari reati ambientali perché svolgevano attività di gestione di rifiuti non autorizzata depositando in modo incontrollato rifiuti urbani, rifiuti speciali pericolosi (e non)  derivanti per lo più da attività non regolamentate e impropriamente note come  “svuota cantine”, oltre a realizzare vere e proprie discariche abusive. Contestate anche violazioni al Testo Unico Edilizia perché  è stata accertata la realizzazione di  20 manufatti (box) in muratura ed in legno in assenza di titolo autorizzatorio ed adibiti a deposito di oggetti in disuso.

Identificate anche 10 persone che a vario titolo erano presenti nell’area per le quali sono in corso le attività di verifica in ordine alla regolarità del rapporto di lavoro, alla regolarità contributiva e al rispetto delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Al vaglio sotto il profilo tributario e amministrativo le locazioni  di alcune volumetrie interne ai siti ispezionati concesse senza alcun contratto regolare tra le parti.

Le indagini della Polizia Locale di Bari sono partite qualche giorno prima la data dell’intervento con attività di appostamento, pedinamento ed osservazione di veicoli e persone su alcuni siti aziendali in disuso della zona industriale di Bari  all’interno delle quali si rilevavano movimenti di veicoli che vi accedevano, svuotavano il contenuto costituito da masserizie e mobilio mentre poi parte del materiale veniva riversato in un macchinario - tipo frantoio macinatutto - con visibili numerosi cumuli di truciolame disseminati nelle aree aperte.

Tre le aree interessate dai controlli: su via Bruno Buozzi, via Accolti Gil zona industriale di Bari e nella zona industriale in agro di Modugno ove sono state rinvenute accatastate tonnellate di rifiuti urbani, speciali, pericolosi e non (tini contenenti rifiuti speciali non pericolosi rivenienti da demolizione, grosse cataste di pannelli in legno e coibentati rivenienti dallo smontaggio dei mobili e da lavori di demolizione, cumuli di rifiuti speciali non pericolosi rivenienti da attività di carrozzeria, cumuli di scarti di giardinaggio, numerosi frigoriferi disassemblati e privi dei loro componenti, cesti contenenti parti meccaniche di motori di veicoli, pneumatici usati, RAEE in disuso costituiti  da televisori, lavatrici, componenti elettrici ed elettronici ed rifiuti costituito  da materiale ferroso,  bidoni contenenti residui di olio e di vernice, oltre  a numerosi imballaggi e mobili in disuso, balle di lana ed altro materiale tessile, bombole di propano liquido ed ossigeno, pellicole di film, presenti altresì circa trenta bidoncini contenenti residui di ipocloruro di sodio, decine di materassi in disuso).

Considerato che la gran parte di tale materiale  non più utilizzabile  é qualificato come rifiuto che, una volta raccolto, viene trasportato e depositato in un luogo diverso da quello di produzione, per poi essere disassemblato e smaltito illecitamente, senza osservare la specifica filiera prevista dalla normativa ambientale,  quanto accertato costituisce reato.

Le diverse aree aziendali  poste sotto sequestro giudiziario ricoprono complessivamente una superficie  di circa 20.000 metri quadrati. 

Contestate anche violazioni amministrative perché nelle attività svolte, i soggetti alla guida dei veicoli sorpresi all’interno delle aree risultavano altresì sforniti di  formulari di identificazione dei rifiuti presenti  e trasportati sui mezzi (F.I.R.) oltre a  non detenere il  prescritto registro di carico e scarico dei rifiuti presenti in azienda.

All’interno della sede aziendale di via B. Buozzi si accertava sussistere  una vera e propria organizzazione  abusiva sottesa a svolgere quotidianamente un vero e proprio  mercato di oggetti usati pur in assenza di licenza per l’esercizio dell’attività di agenzia d’affari . Nessuna documentazione inerente lo smaltimento regolare dei rifiuti è stata esibita o recuperata.

L’ipotesi al vaglio degli investigatori e dell’Autorità Giudiziaria è che la complessa organizzazione aziendale illecitamente intrapresa  dagli indagati, proprio per la mancata tracciabilità della fase finale che riguarda lo smaltimento dei rifiuti prodotti, possa essere ricondotta e collegata al triste fenomeno dell’abbandono nelle campagne degli stessi con successiva combustione illecita dei rifiuti al fine di cancellare le tracce della loro provenienza.

Indagini sono  ancora in corso al fine di ricostruire ruolo e identità di tutti i protagonisti della filiera illecita di trattamento e smaltimento dei rifiuti.

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