BARI - A Bari l’architettura è un cantiere evento, è uno sguardo verso il mare, è turismo e artigianato. Ma è anche urbanistica, viabilità e riqualificazione. Si è parlato di architetture presenti e future nel quinto appuntamento di «È Bari. Impressioni. Origini. Desideri», il ciclo di incontri tematici organizzato da Gazzetta del Mezzogiorno e Media Division Group, nel Salone Grande della Camera di Commercio barese. All’incontro di ieri hanno partecipato Claudio Laricchia, capo ripartizione Ivop del Comune, Angela Rossi, dg Rossi Restauro, Francesco Maggiore, dg Fondazione Dioguardi e Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato. Ha moderato Enrica Simonetti, caposervizio dell'Ufficio Centrale.
«Parlare di architettura non esclude parlare anche di ingegneria. Uno degli obiettivi che abbiamo perseguito in questa programmazione è stato ricollegare la città al mare, la più grande risorsa che questa città ha - ha spiegato Claudio Laricchia -. Parliamo di cantieri che partono da Santo Spirito fino a Palese, dove vi è stata l’implementazione importante della viabilità ciclo pedonale. E poi San Girolamo, con la riqualificazione del waterfront che quest’anno, per la prima estate, vedrà vivere finalmente alcuni spazi, e San Cataldo, con un importante intervento che abbiamo consegnato in questi giorni e che vede la riqualificazione del verde, attorno al Museo del Faro, e la totale pedonalizzazione dell’isola. Tutti progetti già in atto e totalmente finanziati che dovrebbero essere completati nel 2025».
Angela Rossi ha invece raccontato delle opere di restauro effettuate nella città di Bari, tra cui l’intervento che riguarda il Porto Vecchio e che porterà alla creazione di una terrazza sul mare di 1700 metri quadri, con spazi dedicati allo sport e alla socialità. «Noi facciamo questo lavoro da più di 80 anni, restaurare è sempre un’emozione. Tra gli interventi che più porto nel cuore c’è la tomba di un bambino rinvenuta a Gioia del Colle, trovammo un giocattolino, un piccolo porcellino che tintinnava, dopo tanti secoli. Scoppiammo tutti a piangere».
«Abbiamo bisogno di recuperare i vecchi edifici dal grande valore storico e culturale non solo nella città di Bari, ma anche in provincia - ha dichiarato invece Francesco Sgherza -, e credo che in questo possa essere d’aiuto la legge regionale 36 (che disciplina gli interventi di ristrutturazione edilizia) che interviene in deroga nel recuperare tali strutture. Recupero che, tra l’altro, ci impone anche l’Unione Europa entro il 2035. Gli artigiani, quindi, giocano un ruolo primario. Abbiamo un piano regolatore vecchio di oltre 50 anni. Bari andava in una logica di occupazione di spazi, adesso andrebbe rivista in termini riduttivi e soprattutto di recupero dell’antico, con uno sguardo verso il futuro».
Francesco Maggiore ha poi ripercorso alcuni dei «cantieri evento» realizzati a Bari grazie alla Fondazione Dioguardi, che hanno dato vita a spazi in trasformazione attraverso performance, concerti, esposizioni. Tra i progetti in cantiere della Fondazione, presentati durante il talk, vi è anche la mappatura di tutti gli edifici realizzati a Bari dall’architetto Saverio Dioguardi negli anni ‘60, la cui opera ha totalmente rivoluzionato il profilo urbanistico della città. «Sarà un itinerario artistico, storico e culturale che finalmente riconsegnerà alla città una parte importante della sua storia», ha spiegato.