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Bari, «Saranno famosi»: quando il musical si fa capolavoro e travolge di energia

 
Livio Costarella

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Livio Costarella

Due serate straordinarie al Teatroteam di Bari, per la nuova produzione di «Fame», firmata da Luciano Cannito.

Martedì 19 Marzo 2024, 17:23

BARI - Alzi la mano chi non ha una scarica di adrenalina quando ascolta quell’«I Wanna Live Forever», tratta dalla canzone Premio Oscar «Fame», del film «Saranno famosi»: era il 1980 e Alan Parker portò sullo schermo l’intero immaginario di una generazione, amplificato poi dall’omonima serie televisiva statunitense, due anni dopo.

Ci ha pensato poi il mondo del musical a mantenere inalterato il successo del brano e la scintilla del sogno di ogni studente, chiamato a misurarsi con il durissimo mondo dello spettacolo. Diverse produzioni, negli anni, hanno riscosso successo, ma l’ultima firmata alla regia da Luciano Cannito (prodotta da Fabrizio Di Fiore Entertainment, con la compagnia Roma City Musical) si è rivelata probabilmente la migliore che si ricordi. La testimonianza è arrivata dalla doppia serata che ha infiammato il Teatroteam di Bari, nella quale «Saranno famosi - Fame il Musical» ha conquistato tutti per l’energia trascinante, la colonna sonora indimenticabile e un cast formidabile. A partire dal quartetto di prèsidi e professori, formato da Barbara Cola, Garrison Rochelle, Lorena Mario e Stefano Bontempi, affiatati nel fare da collante in tutte le scene con i ragazzi nella rinomata scuola di Performing Arts di New York. E non solo: ciascuno di loro ha il suo momento, da solista, nella ricchissima colonna sonora, con la punta vocale di Barbara Cola, e un’estensione vocale da brividi.

Al resto ci pensano i ragazzi iscritti alla scuola (alcuni dei quali giovanissimi e alla prima esperienza), ma straordinari nel «tenere» tutto il tempo l’altissima tensione musicale e coreutica: sono Alice Borghetti, Flavio Gismondi, Ginevra Da Soller, Alfredo Simeone, Michelle Perera, Raymond Ogbogbo, Giuseppe Menozzi, Greta Arditi, Arianna Massobrio e Claudio Carlucci. A loro si affianca l’ensemble dei ballerini, con i pugliesi Giorgia Riccardi (tra le migliori allieve ell’Accademia Unika di Bari) e Alessandro Savino, insieme ad Asya Pelorosso, Gioia Chiarini, Carmen Reynoso, Alessio Polimene e Mirco Di Santo.

La firma di Luciano Cannito sulla conduzione dello spettacolo è una certezza (le coreografie sono sue, e di Fabrizio Prolli): la durata notevole di circa due ore e mezza (in due atti) non fa mai calare l’attenzione, in quello che pian piano diviene un gioiello di narrazione. Tutto è ambientato ai giorni nostri, tra smartphone e selfie in quantità: ma nessuno di questi elementi può soverchiare l’unica cosa che conti, ossia l’invito allo studio, l’elemento che da solo può esaltare il talento di ognuno di noi. Al resto ci pensano le scene semplici e semoventi di Italo Grassi, i costumi di Veronica Iozzi, la direzione musicale da Giovanni Maria Lori e gli arrangiamenti musicali di Raffaele Minale, Franco Poggiali, Angelo Nigro e Maurizio Sansone (dalle venature molto più rock rispetto all’originale), con la band che suona dal vivo e rende tutto più credibile e soddisfacente. Al termine, standing ovation meritatissima per tutti.

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