Palma di Montechiaro è stata fondata dalla famiglia Tomasi ed è conosciuta anche come la città del Gattopardo, perché qui sono state ambientate numerose vicende del romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa tra la fine del 1954 e il 1957, poi diventato film grazie alla direzione di Luchino Visconti. Il Palazzo Ducale, fatto costruire dal Duca Giulio Tomasi tra il 1653 ed il 1659, in quel comune al sud della Sicilia, ospitare una vasta mostra di cento opere d'arte contemporanea. L'esposizione aperta nei giorni scorsi e che si concluderà l'8 maggio prossimo, costituisce la prima edizione della «Biennale Internazionale del Gattopardo». Tra gli artisti che espongono in totale cento opere, ve ne sono anche due pugliesi: Fernando Spano e Gaetano Tommasi.
«Per la profondità fisica e psichica dell'opera, il surreale senso di riflessione che genera e per la quiete dell'anima che induce. Oltre che per l'innegabile maestria figurativa e prospettica che viene messa in atto. Più che un quadro è una finestra sul tempo: un attimo di attimi di attimi» è la motivazione della giuria della «Biennale del Gattopardo» che ha accolto l'opera dell'arte di Lizzano, classe 1973, Gaetano Tommasi. E' invece del 1965 Fernando Spano, nato a Veglie, nel Leccese. La sua opera dal titolo «Il volto della memoria» si ispira al tema della «Biennale del Gattopardo», suggerito dal curatore Michele Citro che è «Homodeus. Il dilemma dell'uomo Dio».
Quadri, sculture, installazioni di grande effetto scenico in un'alchimia di giochi di luce e colori, realizzati da sessanta autori sono appesi e adagiati sotto i soffitti a lacunari lignei dipinti che coprono le otto sale del primo piano. Tra cui spicca lo stemma ducale dei Tomasi, in un luogo letterario.