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Bari, in via Pinto ultime verifiche tecniche nel luogo del crollo: «L’interrato è sbriciolato»

 
isabella maselli

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isabella maselli

Il tecnico incaricato dai pm depositerà a giorni la relazione dopo l’analisi delle macerie, poi l’inchiesta sarà ad una svolta

Mercoledì 30 Luglio 2025, 11:13

Il piano interrato della palazzina che un tempo sorgeva al civico 6 di via Pinto si è sbriciolato. Il solaio che faceva da pavimento al piano a livello strada è sceso di diversi metri nell’implosione che ha raso al suolo l’immobile, riducendolo alle 18.44 del 5 marzo scorso ad un cumulo di macerie. È il quadro, visibile ad occhio nudo, dello stato dei luoghi nel cantiere dell’edificio, tuttora sotto sequestro. Nel grande cratere sono rimasti in piedi alcuni pilastri che, tuttavia, contrariamente a quello che potrebbe pensarsi, non sono quelli che reggevano l’interrato, bensì quelli del piano superiore. Del resto, guardando le porzioni di muri e pareti laterali, sono visibili frammenti delle saracinesche che fino a quasi cinque mesi fa chiudevano i locali commerciali a piano terra.

I puntelli che un anno prima del crollo era stati messi nel piano interrato per la messa in sicurezza urgente, in attesa dei lavori di consolidamento, appaiono oggi quasi infilzati nel pavimento: è come se nell’implosione l’interrato si sia frantumato finendo schiacciato da quello a livello strada, su cui poi sono venuti giù tutti i piani superiori.
Cosa tutto questo significhi con riferimento alle cause del cedimento strutturale, sarà compito dei tecnici stabilirlo. Ieri mattina, nell’area del cratere, il procuratore aggiunto di Bari Ciro Angelillis e la pm Silvia Curione, che coordinano le indagini sul crollo, hanno visitato il cantiere accompagnati dal consulente Antonello Salvatori, ingegnere e docente di scienze delle costruzioni, esperto in crolli e nominato anche nelle indagini post terremoti di L’Aquila e Amatrice. Già qualche giorno dopo il crollo, dopo aver messo in sicurezza la zona, il consulente con la sua squadra di tecnici ha iniziato i sopralluoghi, dando alla ditta incaricata della rimozione delle macerie le indicazioni su quali materiali lasciare in loco, quali togliere ma conservare per poterli analizzare (per valutare densità e composizione di ferri e muri) e quali smaltire. Concluse le attività di rimozione delle macerie e dopo le valutazioni già fatte in questi mesi, ieri il consulente è tornato a Bari per spiegare ai magistrati, mostrando direttamente in loco le condizioni della struttura, l’esito delle sue verifiche.

Davanti a quel che resta del palazzo di via Pinto 6, i magistrati e i tecnici (con loro anche il direttore generale del Comune di Bari, Davide Pellegrino) hanno tirato le somme. Il consulente ha sintetizzato le proprie conclusioni, che nei prossimi giorni metterà nero su bianco in una relazione tecnica che depositerà in Procura. E i magistrati decideranno, sulla base di queste indicazioni, come proseguire le indagini ed evidentemente se e quali responsabilità ipotizzare: di chi ha eseguito la messa in sicurezza con i puntelli nel vano interrato dove erano stati rilevati i pilastri ammalorati un anno prima che il palazzo crollasse, oppure chi solo qualche giorno prima dell’implosione aveva iniziato i lavori di ristrutturazione e consolidamento.
Ci vorrà ancora qualche settimana e poi non è escluso che il cantiere venga messo a disposizione delle parti (anche di eventuali indagati) per le definitive valutazioni tecniche. Questo attiene alla inchiesta penale sul «crollo colposo» (l’ipotesi di reato, tuttora a carico di ignoti, formulata dalla Procura). Ci sono poi gli aspetti che hanno a che fare con le storie delle famiglie che abitavano quella palazzina. Pezzi di vite venuti giù insieme a travi e muri.

Nei giorni scorsi la Procura ha autorizzato il Comune e la ditta che ha proceduto allo sgombero dell’area del crollo a restituire ai legittimi proprietari gli oggetti personali recuperati tra le macerie: fotografie, documenti, ricordi di famiglia. C’è poi il discorso del palazzo adiacente, tuttora disabitato. Quando il civico 6 è venuto giù, infatti, ha sventrato anche l’immobile accanto (quella al civico 16), che è stato poi messo in sicurezza ma non è agibile.

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